L’allarme della Fp Cgil: Asugi, continua la fuga di infermieri verso il privato

Non si attenua la situazione di crisi e di forte tensione tra il personale di Asugi. Se tra la fine del 2021 e del 2023 il confronto tra gli organici vedeva un calo di 97 infermieri, bilanciato solo in piccola parte da un incremento degli Oss, dall’inizio del 2024 a oggi si registrano già più di 80 dimissioni volontarie, sempre tra gli infermieri, che accentuano l’esodo di personale verso il privato. Molteplici le cause del fenomeno, uno dei principali temi al centro degli incontri con i lavoratori organizzati dalla Funzione pubblica Cgil negli ospedali di Gorizia, Monfalcone e Cattinara nell’ambito della campagna nazionale Curiamoci di noi, che oggi e domani sta facendo tappa in Friuli Venezia Giulia. «Basse retribuzioni, carichi di lavoro estenuanti e le crescenti difficoltà della conciliazione tra lavoro e vita privata sono le ragioni di una fuga che non dà segnali di rallentamento», spiegano Francesca Fratianni e Alessandro Crizman, della Fp Cgil.


Il buco di organico supera i cento infermieri, «pari all’organico di cinque reparti», commentano ancora Fratianni e Crizman. «Il privato – prosegue – garantisce orari certi e turni meno gravosi: per questo la fuga prosegue, aggravata da un’età media del personale che continua a crescere, per effetto del ridotto turnover, dal basso livello delle retribuzioni, erose dall’inflazione, e dall’incertezza delle risorse economiche che dovrebbero incentivare il lavoro usurante delle notti e dei festivi. Tra i lavoratori di Asugi c’è scontento e rabbia, e un’azienda che è sempre stata punto di riferimento, con eccellenze come la chirurgia toracica, la cardiologia, l’iperbarica, soffre sempre più questa situazione».
Le difficoltà nella conciliazione tra lavoro e vita privata e le basse retribuzioni sono tra le cause che hanno fatto precipitare a livelli minimi, nel giro di pochi anni, l’attrattività delle professioni sanitarie. Concorsi che fino a pochi anni fa vedevano un numero di partecipanti in rapporto 10 a 1 rispetto ai posti disponibili, oggi vedono addirittura un numero di candidati inferiore a quello dei potenziali assunti. E pesano anche gli errori di strategia nell’organizzazione dei percorsi universitari e formativi, a lungo condizionati dalla spada di Damocle del numero chiuso. Da qui l’appello della Cgil per un radicale cambiamento di strategia, nel segno del rilancio degli investimenti sulla sanità pubblica, a partire dalla trattativa in corso sul contratto 2023-2025. Trattativa che parte in forte salita, se è vero che le risorse stanziate dal Governo prevedono aumenti medi a regime inferiori al 6%, a fronte di un tasso d’inflazione che nel triennio passato ha superato il 15%. Di contratto, ma anche dei temi locali che riguardano più specificamente i dipendenti di Asugi e del Burlo, si parlerà questo pomeriggio nell’assemblea convocata alle 15 dalla Fp nell’Istituto di via dell’Istria, che concluderà la prima giornata della campagna Fp in Friuli Venezia Giulia: domani il seguito, con le tappe a Pordenone e Udine.