«Porto, il percorso avviato dall’Authority deve proseguire»
L’Italia è un tassello fondamentale della rotta tra l’Asia e l’Europa, alla luce anche della rinnovata centralità del nostro territorio nei commerci internazionali. Per una città come Trieste è imprescindibile elaborare una strategia generale a favore di uno sviluppo della portualità che miri a consolidare ed aumentare i traffici delle merci del nostro porto, che meglio di altri si è adattato alla nuova realtà, passando dalla tradizionale gestione del semplice collegamento marittimo a quella caratterizzata da un’importante integrazione del ciclo intermodale .
Il gap logistico accumulato dal nostro scalo è stato oggetto negli ultimi anni di grandi processi di investimenti e strategie di rilancio che, sommate ad una congiuntura internazionale favorevole, hanno contribuito ad una promettente crescita dei traffici. La creazione delle Autorità di Sistema portuale è stata oggetto di una nuova organizzazione della rete logistica che ha integrato il trasporto marittimo, terrestre ed aereo, con l’obiettivo ultimo di aumentare la sua competitività e di favorire maggiori connessioni attraverso nuove infrastrutture.
Il porto di Trieste in questo senso è tornato negli ultimi anni ad essere un volano di sviluppo economico non solo per Trieste, ma per l’intero Friuli Venezia Giulia, acquisendo anche una maggiore considerazione su scala nazionale e internazionale, grazie al vantaggio competitivo legato all’ utilizzo della ferrovia, all’attivazione di nuovi punti franchi che hanno consentito, a Trieste, l’estensione delle aree portuali dove si può operare e fare attività industriali agevolati dal regime extra doganale. La visione di sviluppo complessivo registrata negli ultimi anni, oltre ad esaltare la centralità e l’importanza del nostro porto per il centro e nord Europa, ha visto la riconquista del lavoro portuale sindacalmente tutelato e correttamente retribuito, che ha prodotto la stabilizzazione della forza lavoro, valorizzando professionalità sempre più rare, che hanno permesso di assumere il controllo diretto delle attività, dei servizi e delle infrastrutture interne al porto e retroporto di Trieste, proiettando lo stesso in partnership con i porti nord europei.
In conclusione le scriventi organizzazioni sindacali auspicano che in previsione della futura nomina del prossimo presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Orientale le lancette dell’orologio non riportino indietro quanto di buono si è costruito fino ad oggi con il coinvolgimento di tutte le maestranze e chiedono di poter rappresentare le istanze del mondo del lavoro nei tavoli dove si decideranno i prossimi incarichi. La chiusura di fatto del Mar Rosso per i collegamenti con l’Estremo Oriente e il blocco delle risorse provenienti dal Mar Nero, a causa degli eventi bellici, assieme al processo di nearshoring verso cui si stanno orientando i Paesi occidentali rispetto alla dipendenza dall’industria cinese, stanno minacciando il ruolo che Trieste si è guadagnata per l’economia centro ed esteuropea. Tali conflitti non si risolveranno rapidamente e Trieste dovrà lottare per rimanere competitiva. Proprio in questo scenario nasce l’esigenza che il porto di Trieste rilanci l’approccio sistemico e innovativo diversificando le proprie opportunità, in continuità con il percorso intrapreso.
CGIL Trieste CISL Trieste-Gorizia UIL Trieste
Massimo Marega Michela Attanasio Matteo Zorn