Un anno di Covid, chi ci guadagna e chi ci rimette

Di mercato del lavoro, gender
gap, smart working e costi della crisi si è discusso ieri pomeriggio
in diretta sulla pagina della CGIL Trieste. L’iniziativa, dal
titolo “Un anno di Covid, chi ci guadagna e chi ci rimette” è
stata organizzata dalla Camera del Lavoro in collaborazione con la
Fisac (Federazione
italiana sindacale lavoratori assicurazione e credito). L’obiettivo:
tracciare una panoramica del mondo del lavoro in Italia, in Friuli
Venezia Giulia e a Trieste a un anno dall’inizio della crisi
sanitaria. La crisi economica e sociale del paese, stando all’analisi
dei dati e delle misure messe in campo dai governi, deve ancora
mostrare il suo lato più duro. Allo stesso tempo è stato posto
l’accento sui costi sociali risultanti dalla pandemia: la didattica
a distanza che contribuisce sensibilmente all’abbandono scolastico,
il preoccupante rapporto tra lockdown e violenza domestica, la
disoccupazione giovanile e femminile, lo smart working che per tanti
lavoratori rappresenta un problema. Il sistema sanitario, depauperato
da 30 anni di tagli e privatizzazioni, non ha retto e si trova
tuttora in seria difficoltà . Hanno preso parte al dibattito,
introdotto e moderato dalla Segretaria Fisac FVG Elisabetta Faidutti,
il Responsabile CGIL Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro
Sebastiano Calleri, l’Ordinaria di Diritto del Lavoro Roberta Nunin
e Nicola Cicala responsabile del LAB Fisac. Ha concluso il confronto
il Segretario Generale della CGIL di Trieste Michele Piga. “Dobbiamo
iniziare a renderci conto che da questa crisi c’è chi ha perso
tutto, ma anche chi ci ha guadagnato. ““ sono le sue parole ““ Le
forze sociali di questo paese devono ragionare su nuove forme di
rappresentanza e contrattazione, per rispondere alle esigenze delle
persone”.