Tra sindacati e Comune di Trieste un patto contro la crisi

(da Il Piccolo del 24 luglio) Un accordo storico, perché atteso dai sindacati confederali per otto anni – dal 2001, da quando cioè il sindaco di Trieste è Roberto Dipiazza – e sottoscritto finalmente con uno dei grandi comuni del Friuli Venezia Giulia. Quello più importante, se si considera che si tratta del Municipio del capoluogo regionale.
Cgil, Cisl e Uil e Comune di Trieste hanno firmato 

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ieri un protocollo d’intesa che dà  il via ad «un confronto permanente – così recita il testo del documento – sulle politiche di carattere generale e sugli interventi finanziari messi in atto dal Comune» per fronteggiare le difficoltà  di lavoratori e famiglie conseguenti alla crisi economica. L’azione non si esaurirà  esclusivamente in un monitoraggio costante, con vertici programmati fra le parti nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre oltre ad ulteriori eventuali incontri aggiuntivi, ma andrà  a verificare la possibilità  di intervenire nei settori dei tributi, delle tariffe per i servizi a domanda individuale e negli investimenti nel sociale e nel settore dell’educazione. Sempre accertando in via preliminare le disponibilità  di bilancio: «Bisogna fare delle valutazioni accurate per capire da cosa siano determinati i costi affrontati dal Comune e vedere dove si può risparmiare», ha chiarito l’assessore alle Finanze, Giovanni Battista Ravidà , incaricato dal sindaco della stesura del documento assieme alle organizzazioni sindacali, nell’ambito delle sue competenze in fatto di pianificazione strategica.
Comune e sindacati, insomma, si muoveranno sulla strada della continuità  rispetto alle recenti decisioni assunte dal Municipio in tema di misure anticrisi. In primis, l’esenzione dal pagamento dell’addizionale Irpef per quanti non superano i 7.500 euro annui di reddito, e lo stanziamento dei 300 mila euro utili alla creazione di quel Fondo sociale grazie al quale l’amministrazione promuoverà  130 borse lavoro per quanti si sono improvvisamente ritrovati senza impiego a causa della crisi. A ciò, si aggiunge l’impegno del Comune stesso alla ridefinizione già  per il 2009, con decorrenza retroattiva dal 1° gennaio, delle tariffe dei servizi a prestazione individuale, con un adeguamento – evidentemente al ribasso – delle rette in virtù di sopravvenute riduzioni del reddito familiare nel corso dell’anno. Riduzioni innescate dalla perdita del posto di lavoro o dal passaggio alla cassa integrazione.
«I provvedimenti presi in questi anni dal Comune, a iniziare dall’innalzamento allo 0,8 per cento dell’addizionale Irpef – è stata la riflessione del sindaco Dipiazza a margine della firma – ci serviranno in futuro, anche per fronteggiare la diminuzione di finanziamenti in arrivo dallo Stato attraverso la Regione. Nel tempo abbiamo infatti accantonato risorse. Attenzione, perché la crisi non è superata: arriverà  ad ottobre e chi è bilico avrà  problemi. Lavoreremo assieme ai sindacati per la città ». Soddisfatti i segretari di Cgil, Adriano Sincovich («un accordo politicamente trasversale», ha detto), Cisl, Luciano Bordin («il primo protocollo dopo 8 anni», il suo commento), e Uil, Luca Visentini. Quest’ultimo, in tema di discussione sulle strategie occupazionali future, ha sottolineato come «il rigassificatore sia il primo argomento su cui confrontarci per la riconversione dei lavoratori della Ferriera, la madre di tutte le battaglie cittadine». (m.u.)