Solidarietà Cgil ai due volontari triestini sotto accusa
«Siamo vicini a Lorena Fornasir e a Gian Andrea Franchi, coinvolti da
un’indagine giudiziaria a causa del loro l’impegno sul fronte
dell’accoglienza. Un impegno, il loro, portato avanti sempre alla luce
del sole e ispirato soltanto a senso di umanità e di solidarietà verso
persone in fuga da fame, guerre e violenza e verso il sogno di un futuro
migliore». La Cgil del Friuli Venezia Giulia esprime così la propria
solidarietà ai due volontari indagati nell’ambito dell’inchiesta della
Procura di Trieste sul traffico di clandestini lungo la rotta balcanica.
«Pur senza entrare nel merito dell’indagine e nel pieno rispetto
dell’azione della magistratura ““ si legge in una nota della segreteria
regionale ““ crediamo che questa vicenda sia il frutto di un approccio
legislativo sbagliato, che va in direzione opposta rispetto alla tutela
dei diritti umani, trattando l’accoglienza e la solidarietà alla stregua
di reati. Una deriva non soltanto italiana ma anche europea, come
conferma purtroppo la vergogna dei campi profughi in Bosnia, al confine
con l’Unione, dove migliaia di profughi continuano a vivere in
condizioni inumane in un’indifferenza rotta soltanto dagli appelli e
dalle iniziative dell’associazionismo e del volontariato».
un’indagine giudiziaria a causa del loro l’impegno sul fronte
dell’accoglienza. Un impegno, il loro, portato avanti sempre alla luce
del sole e ispirato soltanto a senso di umanità e di solidarietà verso
persone in fuga da fame, guerre e violenza e verso il sogno di un futuro
migliore». La Cgil del Friuli Venezia Giulia esprime così la propria
solidarietà ai due volontari indagati nell’ambito dell’inchiesta della
Procura di Trieste sul traffico di clandestini lungo la rotta balcanica.
«Pur senza entrare nel merito dell’indagine e nel pieno rispetto
dell’azione della magistratura ““ si legge in una nota della segreteria
regionale ““ crediamo che questa vicenda sia il frutto di un approccio
legislativo sbagliato, che va in direzione opposta rispetto alla tutela
dei diritti umani, trattando l’accoglienza e la solidarietà alla stregua
di reati. Una deriva non soltanto italiana ma anche europea, come
conferma purtroppo la vergogna dei campi profughi in Bosnia, al confine
con l’Unione, dove migliaia di profughi continuano a vivere in
condizioni inumane in un’indifferenza rotta soltanto dagli appelli e
dalle iniziative dell’associazionismo e del volontariato».