Slc, grande successo per lo sciopero Telecom
La Slc Cgil ha proclamato uno sciopero nazionale dei lavoratori Telecom svoltosi il 30 giugno 2015, che ha visto in tutta Italia la programmazione di presidi e manifestazioni.
Nella nostra regione sono stati organizzati due presidi dei lavoratori nei pressi delle sedi principali di Telecom di Udine e Trieste. E lo sciopero ha visto un’altissima partecipazione nei reparti dei call center commerciali.
Lo sciopero si è visto necessario a seguito di una brusca inversione ad “U” da parte dell’azienda che, dopo aver sbandierato per mesi i propositi per migliaia di assunzioni, ora torna a parlare di esuberi, come ormai sta facendo da anni. Ma anche per evitare la societarizzazione di 9 mila lavoratori del Customer Care (call center commerciali).
Quando l’amministratore delegato di Telecom Marco Patuano ha presentato il piano industriale 2015-2017 alla comunità finanziaria a Londra, si è delineato un programma di crescita incentrato su investimenti e assunzioni. A più riprese Patuano ha dato per certa l’estensione da parte del governo di un’integrazione salariale sul modello della solidarietà difensiva anche per i lavoratori che sarebbero dovuti rientrare nella cosiddetta solidarietà espansiva per un piano di assunzioni a carico di Inps e lavoratori.
Su questa aspettativa negata, l’azienda ha impostato avventatamente il piano industriale. Ora, per garantire alla comunità finanziaria il mantenimento degli impegni presi, Telecom non esita a passare da un piano industriale di sviluppo (assunzioni) ad uno difensivo (esuberi) con una inaccettabile inversione di rotta, dichiarando la presenza di esuberi strutturali e minacciando di societarizzare la Divisione Caring (call center commerciali) che occupa 9000 lavoratrici e lavoratori, e chissà cosa altro.
Slc Cgil ritiene inaccettabile che si vogliano far pagare ai lavoratori e alla collettività gli errori del management e ritiene essenziale che l’azienda non si smembri, cosa messa in discussione a più riprese sui tavoli sindacali per fare leva su diverse trattative. Secondo noi questa è la condizione perché Telecom possa affrontare con tutta la grande professionalità delle sue lavoratrici e lavoratori il grandissimo impegno per lo sviluppo della rete di nuova generazione. Riteniamo che i manager di questa azienda dovrebbero puntare ad un ruolo di primo piano per Telecom con l’agenda digitale, e più in generale con il processo di cablatura e digitalizzazione del paese, senza scaricare le proprie inefficienze sui lavoratori, questo in attesa di comprendere come andranno a delinearsi i nuovi assetti societari alla luce dello scioglimento di Telco e dell’entrata di Vivendi come azionista di riferimento.