Sincovich sulla Ferriera: ok ai tre tavoli, ma non vanno persi posti di lavoro

Sulla Ferriera, dopo la riunione in Regione con tutti gli enti pubblici e i sindacati, dopo un lungo travaglio durato anni sembra arrivato il lavoro per l’ultima fase di vita, quella che precede la fine. E’ stato varato un piano di lavoro per organizzare lo spegnimento delle fiamme e l’uscita degli oltre 500 operai verso un altro stipendio, condizione senza la quale difficilmente si porterà  a casa un risultato industriale, economico e sociale. La parola-chiave del progetto è «presa in carico» dei lavoratori, accompagnamento nella formazione, in nuovi ammortizzatori sociali, in godimento di incentivi. Un’altra: «legge regionale ad hoc», per siglare un impegno ineludibile e agganciare alla norma i soldi che servono. Terza parola-base: «accordo quadro col governo», per sancire che non sono accordicchi locali, ma materi
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a nazionale che come tale va gestita e finanziata.
Si è deciso di dare vita a tre «tavoli» con tre compiti distinti, secondo competenze. La Regione guiderà  quello sul lavoro. La Provincia quello sull’ambiente. Il Comune quello sullo sviluppo. Tutti i componenti dovranno partecipare alle riunioni degli altri. Per coordinamento e rapporti col ministero dello Sviluppo economico opererà  un comitato ristretto a guida dello stesso Tondo.
I sindacati vogliono vedere. Stavolta ci credono. Al tavolo regionale c’erano i tre segretari provinciali e le Rsu al completo. I sindacati hanno ottenuto che gli enti locali siano presenti a Roma quando si parla di Ferriera, anche della vendita a Severstal o successive. Hanno chiesto, e ottenuto subito, anche la legge speciale della Regione. Questo, dicono, li garantisce.
Però
Adriano Sincovich, segretario della Cgil di Trieste, vuole precisare: «Questa convocazione è arrivata dopo la nostra assemblea, che ha denunciato il limbo in cui eravamo finiti, quindi l’iniziativa nasce dal basso, e le Rsu devono partecipare a tutti i tavoli». Ma riconosce: «Per la prima volta dal 2002 a oggi si tenta di dare un involucro organico al problema, molto bene. Abbiamo però avvertito che dei tre il tavolo centrale è quello sullo sviluppo: non si perdono posti di lavoro, anche se il sindaco su questo frena. Se non c’è occupazione alternativa nessuna fabbrica verrà  chiusa».