Sciopero generale, a Trieste oltre 6.000 in corteo
Almeno 6mila persone sono scese in piazza a Trieste, dove si è tenuta la principale delle quattro manifestazioni organizzate dalla Cgil Fvg in occasione dello sciopero generale di oggi. Al termine del corteo, che ha sfilato da piazza Goldoni fino a piazza San Carlo, dove si è tenuto il comizio finale, concluso dal segretario regionale Franco Belci. In testa ai manifestanti le sigle delle categorie, delle rappresentanze di fabbrica e l’insolito striscione formato da decine di mutande appese a un filo: «L’intento ““ spiega il segretario generale del Cgil Trieste Adriano Sincovich ““ è ovviamente quello di denunciare una manovra che lascia in mutande lavoratori, pensionati ed enti locali: con le mutande
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abbiamo già manifestato domenica sotto il Comune, torniamo a farlo oggi in occasione dello sciopero». Lungo il corteo anche due soste simboliche davanti alle sedi della Deutsche Bank e delle Banca nazionale del Lavoro.
«Il successo dello sciopero e delle iniziative di piazza ““ ha dichiarato quest’ultimo al termine della manifestazione ““ dimostrano come la Cgil abbia dato voce a una protesta diffusa. Una protesta che non è solo dei lavoratori e dei pensionati, ma dei giovani, delle famiglie, degli enti locali, di quelle vaste parti della politica, della società civile e dell’associazionismo che oggi sono scese in piazza con noi». Massiccia, infatti, la partecipazione di studenti, rappresentanti di partiti (tra gli altri l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani), associazioni, degli enti locali, anch’essi duramente colpiti dai tagli della manovra-bis. Tra i grandi temi dello sciopero, com’è noto, anche la protesta per l’articolo 8 della manovra, che modifica pesantemente le norme dello Statuto dei Lavoratori in materia di licenziamento. «Si tratta ““ ha detto ancora Belci”“ di una norma che scardina l’accordo firmato da Cgil-Cisl-Uil e Confindustria il 28 giugno e che è palesemente illegittima, perché attribuisce alla contrattazione aziendale la possibilità di derogare non solo al contratto nazionale, ma anche alle leggi. Un’impostazione questa che vede contrari, assieme alla Cgil, moltissimi economisti, giuslavoristi e anche importanti componenti della Cisl e della Uil. Di fronte al successo delle manifestazioni di oggi, lo stralcio della norma sarebbe nient’altro che un atto di responsabilità ».
Quanto all’andamento dello sciopero nelle aziende, i primi dati arrivano delle grandi imprese metalmeccaniche: le punte massime di adesione in Fvg (100%) si raggiungono alla Casagrande e alla Safop, in provincia di Pordenone, ma percentuali di astensioni molto alte si registrano anche allla Electrolux di Porcia (90%), alla Fincantieri di Monfalcone (80%), alla De Longhi di Moimacco (80%), alla Luvata di Amaro (80%), all’Automotive Lighting di Tolmezzo (65%). Alla Wartsila, la principale azienda metalmeccanica di Trieste, l’adesione è stata del 70%.
LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE