Sciopero del 22 giugno: il discorso di Sincovich

Questo l’intervento del segretario generale, Adriano Sincovich, in occasione dello sciopero generale di Trieste del 22 giugno:

Lavoratrici, lavoratori, pensionate,pensionati, compagne e compagni
siamo ancora una volta in questa Piazza delcentr

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o della città .
Siamo qui per gridare i sentimenti e rappresentarele condizioni di migliaia di persone che il Sindacato incrocia ogni giorno.
Siamo qui anche per quelli che non hannopotuto o voluto esserci!!!
Siamo qui per sostenere le ragioni di uncambiamento necessario, nelle politiche e nel governo del paese, prima che siatroppo tardi, prima che l’economia nazionale decada e importanti parti dellapopolazione si impoveriscono in termini intollerabili.

La situazione:
PIL                                                      – 1,5 / 1,8
Inflazione                                             + 3,5
1 mld ore CIGS
Tasso disoccupazione                          10,2
28 % delle famiglie in difficoltà 
Consumi                                              – 2,5
Aumento medio delle retribuzioni          + 1,4

La CGILa Trieste ha proclamato lo sciopero generale di tutti i settori lavorativi perribadire che non siamo d’accordo con l’intervento di legge sul mercato dellavoro e sui suoi contenuti, le ragioni del NO ci stanno anche per l’intenzionedi chiudere il dibattito parlamentare col voto di fiducia già  il 27 p.v..
Il DdL Monti Fornero non va bene perché:
non risolve la precarietà  (continueranno adesistere le oltre 40 tipologie di rapporti contrattuali);
non crea meccanismi universali di sostegno alreddito delle persone che perdono l’occupazione e rischia di creare unasituazione difficile per le centinaia di migliaia di persone che nella crisiattuale perdono il  lavoro;
sui licenziamenti, se pur attenuando leimpostazioni iniziali, mette il lavoratore licenziato per motivi economici inuna condizione più difficile rispetto all’attuale condizione prevista dall’art.18 della Legge 300/70.

Siamo in presenza della solita ricetta delpensiero economico neo liberista che facilitando i licenziamenti si possaindurre le Imprese ad assumere!
Quanto di più falso e sbagliato!!!
Per avere più occupazione serve un cambiogenerale nell’impostazione delle politiche economiche!!!
Serve la ridefinizione d un nuovo ruolo delloStato nell’economia come soggetto di indirizzo e propulsione verso le nuovefrontiere dell’economia verde caratterizzata dalla forte capacità  diinnovazione, dallo sviluppo delle nuove tecnologie; da una forte coerenza con iprincipi della sostenibilità  ambientale.
Al Paese serve un grande Piano per il Lavoro che rimetta al centro dell’azione politica edi governo i valori della centralità  delle persone; che dia sviluppo alle potenzialità individuali e collettive in particolare delle nuove generazioni; che rimetta in moto le grandi energie che ilpopolo del nostro Paese possiede.

Per fare ciò serve mettere in moto i consumianche attraverso una riforma fiscale che:
riduca la pressionesui redditi fissi (€ 400 di detassazione fino a 55.000 €);
abolisce l’IMUsull’abitazione principale;4
detassa i premi dirisultato;
contrasti l’evasionefiscale;
istituisce la Patrimoniale sullegrandi ricchezza.

Nel quadro di un rilancio dell’economia e della società  nazionale si devono prendere azioni NON di smantellamento del sistema di welfare ma anzi trasformare rivedendo l’erogazione di servizi in occasione di sviluppo positivo dell’economia.
Serve una riforma del Sistema della Pubblica Amministrazione che valorizzi la tenuta dei servizi erogati riformando il sistema e le regole degli appalti riducendo i costi del sistema politico inaugurando così una grande stagione di rapporti tra cittadino e Stato.
In questo contesto, nell’obiettivo di mantenimento e riqualificazione del sistema di welfare, stanno le ragioni della nostra critica profonda all’ intervento sulle pensioni del dicembre scorso. Non si possono creare drammi sociali e umani, così come abbiamo denunciato (esodati), non si può dire ai pensionati che si vedono bloccata la rivalutazione delle pensioni che devono impoverirsi.
Ribadiamo pertanto anche qui che la partita sulle pensioni non è chiusa e che il sindacato farà  la sua battaglia per modificare l’ultima legge.
Trieste vive un decadimento lento ma significativo; anche qui senza una svolta il sindacato, io credo CGIL, CISL, UIL, nei prossimi mesi lancerà  una proposta e una sfida alla classe dirigente di questa città .
Anche qui proporremo un piano per il lavoro.
Per questo a noi qui convenuti, ai lavoratori tutti di questa città , stante la grave situazione non possiamo che confermare di proseguire una grande battaglia sindacale e altre lotte ed iniziative sindacali.
Abbiamo delle buone ragioni dalla nostra.
Ci battiamo per garantire condizioni di vita accettabili dei nostri vecchi.
Ci battiamo per garantire prospettive dignitose ai nostri giovani.
Torniamo nelle Aziende e nei posti di lavoro dicendolo agli altri lavoratori!!!