Porto di Trieste, l’altra faccia della medaglia

Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Mare, hanno rilasciato il seguente comunicato sul Porto di Trieste:

In questi ultimi mesi la stampa locale ha più
volte evidenziato, con specifici articoli, come nel Porto di Trieste i traffici
di merci e di passeggeri nel anno 2012, avevano raggiunto risultati estremamente
positivi con cifre da record per il nostro scalo.Questi dati però, si riferiscono solamente ad
una faccia della medaglia, per intenderci quella posta al sole, in quanto
l’altra, quella coperta ““ quella meno nota, viceversa rappresenta
drammaticamente le contraddizioni
presenti nel Porto triestino.


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Infatti sebbene anche il 2013 sia iniziato in
modo più che positivo, contestualmente e necessario purtroppo registrare, che ci
sono diverse imprese portuali, che si vedono costrette a ricorrere all’utilizzo
degli ammortizzatori sociali. Questa situazione che può sembrare assurda, visto
e considerato le notizie dei record, è causata da diversi fattori. I principali
sono in parte riconducibili ad una sensibile contrazione dei traffici in alcuni
terminal, in altra parte dalla particolare modalità  di arrivo delle navi, che concentrano lo sbarco e l’imbarco in
determinate giornate, lasciandone invece alcune completamente scoperte nonché
per una diversa organizzazione operativa, che alcune imprese stanno attuando in
questo periodo. Oltre al fatto che il così detto  “modello Trieste” è arrivato al capolinea.
Queste sopramenzionate motivazioni, hanno di
fatto portato non pochi scompensi, costringendo le Imprese e le Cooperative ad
attivare, per i propri lavoratori, percorsi di Cassa Integrazione Ordinaria o
in Deroga ed in un caso alla stipula di un Contratto di Solidarietà .  Ci sono però situazioni ancor più delicate
come per i lavoratori precari somministrati, che a malapena lavorano solamente
alcuni giorni al mese, ovvero altri casi dove 
si rischia a breve, di arrivare  alla
cessazione delle attività , con il licenziamento del personale.
Il quadro descritto evidenzia, come veniva
accennato all’inizio, che non tutto è oro quello che luccica ed  indica anzi le difficoltà , che una parte delle
imprese operanti nello scalo triestino sta affrontando. Chi però sta pagando le
conseguenze maggiori di questa fase sono indubbiamente i lavoratori, che si
vedono costantemente ridurre i propri stipendi, spesso ricevendoli anche in
ritardo e che con sempre maggiore preoccupazione guardano al proprio futuro
occupazionale.
A parere delle Segreterie della Filt-Cgil,
della Fit-Cisl, della Uiltrasporti e dell’Ugl Mare questa situazione è anche
causata da questioni che da tempo sia le OO SS che i lavoratori portuali chiedono
siano affrontate. Innanzi tutto la revisione del “Regolamento per l’esercizio
delle operazioni e dei servizi portuali nel Porto di Trieste”, che
indubbiamente favorirebbe una più attenta gestione del mercato del lavoro
all’interno dello scalo dando in tal modo, maggiori garanzie a chi rispetta le
norme ed applica correttamente il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Pertanto se si crede veramente, che l’attività 
portuale è e può rappresentare una delle poche possibili risorse per dare una
speranza all’economia triestina, allora è necessario,  che le istituzioni,  la politica, gli imprenditori e chi amministra
il Porto dimostrino, con atti concreti di voler investire realmente nello
sviluppo della nostra portualità , iniziando proprio con il valorizzare la
professionalità  dei lavoratori dando fiducia e sostegno a questi, che
quotidianamente garantiscono al Porto di Trieste di arrivare, sul versante dei
traffici a quei record sopra richiamati.
Per discutere ed affrontare queste questioni,
le Organizzazioni Sindacali di categoria hanno indetto una assemblea generale
dei lavoratori del Porto di Trieste per il prossimo lunedì 18 marzo.