Piga: «Serve un patto generazionale per i giovani»

(da Il Piccolo)
Patto generazionale per l’occupazione dei giovani. Maggiori servizi alle donne per sgravarle dagli impegni familiari e consentire loro di lavorare più ore, riequilibrando il gap salariale con i maschi. Rilanciare l’economia rionale, riducendo le differenze reddituali tra aree urbane ricche e povere. Creare comunità  energetiche per alleggerire le bollette. Sono alcune delle proposte della Cgil di Trieste in primo piano nella tre giorni che si svolgerà  la prossima settimana al Kulturni dom di Prosecco e Contovello. Si parlerà  di temi nazionali, anche in previsione della manifestazione “La via maestra” in programma a Roma tra un mese, e locali. Il rapporto dell’Ires costituirà  una base, non solo statistica, per supportare il dibattito sulla situazione nell’area giuliana, come conferma il segretario generale di Trieste Michele Piga.
I temi caldi della tre giorni?
«Vorremmo, attraverso la contrattazione sindacale, riuscire ad avere una città  più
sostenibile, inclusiva e democratica. Dobbiamo aggredire le disuguaglianze che ancora ci sono come emerge dal rapporto dell’Ires, dando una risposta ai bisogni sociali. In questo scenario è essenziale garantire finalmente delle politiche sociosanitarie in grado di tenere insieme tutti i pezzi della società . E c’è in particolare un punto dolente».
Quale?
«L’atteggiamento dell’amministrazione locale che nega il confronto, partecipativo e democratico, con i cittadini. Basti vedere cosa sta succedendo per la cabinovia e gli interventi urbanistici».
Quali sono le priorità ?
«Giovani, anziani, donne, nuove povertà . Abbiamo troppi anziani abbandonati in una città  in cui l’età  media è sempre più alta. I giovani faticano a trovare un’occupazione a tempo indeterminato e tanti di loro, con un elevato livello di formazione, preferiscono andare a cercare lavoro più qualificato e retribuito lontano da Trieste. Proponiamo allora contratti di espansione con il coinvolgimento dell’Inps, riducendo l’orario di lavoro dei dipendenti più anziani. La Regione potrebbe intervenire con un’integrazione salariale per garantire questo passaggio di consegne. È arrivata l’ora di un patto generazionale».
E per quanto riguarda donne e nuovi poveri?
«Le donne continuano a guadagnare meno anche perché sono costrette a lavorare meno per accudire figli e genitori anziani. Dobbiamo garantire alle donne servizi in grado di alleggerirle da queste incombenze familiari, consentendo loro di lavorare alla pari con gli uomini. Quanto alla povertà  è essenziale un confronto sulle politiche sociali, ormai vediamo sempre più spesso che anche cittadini che lavorano e hanno una casa si trovano in difficoltà  economica».
E come mai, se consideriamo il fatto che i redditi, dati alla mano, sono alti rispetto ad altri territori?
«Perché a parità  di reddito il potere d’acquisto a Trieste è sempre più basso. E ci sono sempre più differenze tra rioni ricchi e aree urbane più povere. Attraverso il confronto con le amministrazioni comunale e regionale, con il coinvolgimento dei comitati, puntiamo a un rilancio dell’economia rionale, per far rivivere le parti della città  più penalizzate. Ci vogliono investimenti sulla sanità , sui distretti. Servono le comunità  energetiche per alleggerire le bollette delle famiglie. Ci vuole un ragionamento complessivo sull’economia. Non dimentichiamo, inoltre, che adesso migliaia di persone si ritrovano private del reddito di cittadinanza, senza che il governo abbiamo previsto strumenti alternativi di sostegno».