Le assicurazioni e Trieste nel convegno organizzato dalla Fisac
(da Il Piccolo del 12 settembre) Le assicurazioni e Trieste. Per la prima volta ieri, nel palazzo del barone Revoltella, le due superpotenze delle polizze si sono sedute intorno a u
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n tavolo per riflettere sul proprio peso e ruolo nella città . Un evento, a suo modo, che si è realizzato per iniziativa dell’istituto di studi e ricerche della Fisac-Cgil guidato da Roberto Treu. Galateri si è così ritrovato al fianco di Bettina Corves Wunderer, capo della finanza di Allianz Spa, la controllata italiana del colosso tedesco (nata dalla fusione di Ras e Lloyd Adriatico) con una raccolta premi di 11 miliardi e un migliaio di dipendenti occupati a Trieste negli ultimi dieci anni. Sono 2.300 invece le persone che lavorano per il Leone di Trieste fra direzione generale, Banca Generali, Genertel. Un numero rilevante, anche se la pubblica amministrazione a Trieste resta il primo datore di lavoro: «Siamo un fornitore di servizi finanziari e assicurativi, di ricerca e innovazione e un finanziatore della comunità . Ma chiediamo in cambio che Trieste ritrovi quel ruolo di fulcro europeo che rappresentava ai tempi della nascita del gruppo», ha insistito il presidente delle Generali Gabriele Galateri. In sala seduto il direttore generale Raffaele Agrusti, neo-country manager per l’Italia del Leone. Di fronte al sindaco Cosolini e al rettore dell’università , Francesco Peroni, i big delle assicurazioni hanno chiesto più investimenti, più infrastrutture, aeroporti che funzionino, infrastrutture digitali. Galateri ha sottolineato che dal punto di vista della logistica e dei trasporti «non si è nemmeno al livello minimo per garantire la crescita» del territorio, invitando per esempio a fare rete con gli aeroporti di Venezia e Lubiana e investire sui collegamenti autostradali e ferroviari ad alta velocità . Galateri, come battuta, ha detto di chiedersi spesso come mai il gruppo triestino abbia scelto Mogliano Veneto per la sede del centro direzionale per l’Italia. Storie che a distanza di anni (come la vicenda Polis) danno la percezione di molte occasioni di sviluppo perse per strada. Le stesse cifre della presenza di Allianz Spa, che a Trieste ha la sua sede legale, sono impressionanti: l’Italia è il secondo mercato del gruppo tedesco e investe molte risorse come i 60 dipendenti nei master sponsorizzati attraverso i master del Mib. Roberto Treu (Fisac-Cgil), ha lanciato alcune proposte ai grandi big assicurativi: da un regime di fiscalità di vantaggio per il Porto Franco Vecchio (con la rinuncia della quota regionale di compartecipazione alle entrate fiscali per dieci anni) per attirare le grandi imprese fino a un fondo strutturale di private equity con la partecipazione di Generali e Allianz. La preoccupazione delle due compagnie, sia pure pronte a creare un tavolo comune di discussione, resta legata ai pesanti deficit della città sul fronte infrastrutturale e dei trasporti che potrebbero non resistere a ricorrenti piani di riorganizzazione che potrebbero spostare sedi e risorse altrove. Poi ci sono processi di fusione e acquisizione imposti dai mercati come quello, per esempio, che ha investito un altra compagnia triestina come la Sasa che, dopo l’ingresso di Unipol in Fonsai, è avviata sulla via della vendita per ragioni di Antitrust. Di tutto questo è avvertito il sindaco Cosolini (e lo stesso rettore Peroni intervenuto con il vicepresidente dell’Area Scienze Park Roberto Della Marina) che ha lanciato la proposta di un tavolo di lavoro con le due compagnie per migliorare la logistica della città : «Non possiamo permetterci un Porto Franco inutilizzato come nel peggiore immobilismo che ci avvicina alla Corea del Nord. Lavoriamo a creare un ecosistema digitale, sì alla interconnessione con l’aeroporto di Venezia, dobbiamo insistere con l’ad delle Ferrovie Mario Moretti per collegamenti più veloci»
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