La Fp Cgil denuncia: “In provincia sanità al collasso”
Nel sistema sanitario pubblico triestino, fra assistenti e personale amministrativo, nell’organico mancano all’appello circa trecento unità su un totale di 3500 addetti, mentre il buco di bilancio oscilla fra i 4,5 e i cinque milioni di euro: questo il preoccupante quadro delineato da Cgil, Cisl e Uil, che hanno sottolineato anche come la situazione sia destinata a peggiorare, perché l’invecchiamento della popolazione cittadina comporterà un aumento della domanda di aiuto al sistema sanitario. Rossana Giacaz della Cgil Funzione Pubblica ha detto: «Siamo a ridosso delle elezioni regionali, perciò vogliamo stimolare un dibattito sul tema, ma in maniera nuova. Non ci accontentiamo delle promesse ma invitiamo coloro che si candidano a governare a confrontarsi con noi, perché la situazione della sanità , soprattutto a Trieste, è al collasso. Non vogliamo la terza corsia ma un sistema sanitario che metta al sicuro i cittadini. L’Asuits evidenzia un passivo di bilancio che oscilla fra i 4,5 e i cinque milioni, quando ci sarebbe invece necessità di investimenti sul settore. Per chiarezza, non accettiamo proposte di esternalizzazione». Francesca Fratianni, altra esponente della Cgil, ha fornito ulteriori dati: «All’Asuits, nel 2017, si sono accumulate 217 mila ore di straordinario e il personale, nello stesso anno, non ha fruito di 31 mila giorni di ferie. Ci sarebbe perciò spazio per 288 lavoratori in più nel solo ambito dell’assistenza diretta mentre le previsioni parlano di sei assunzioni fra gli amministrativi e di 21 fra gli infermieri».