La Cgil: “Pronti a denunciare il presidente della Diaco”

(da Il Piccolo)

di ELISA COLONI

«Siamo pronti a far valere le nostre ragioni in sede legale. Stiamo valutando con i nostri avvocati se ci siano gli estremi per denunciare Pierpaolo Cerani per comportamento antisindacale. Il presidente della Diaco, infatti, ha minacciato la chiusura dell’impianto di via Flavia e costretto i dipendenti ad accettare nuove condizioni di lavoro senza invitare attorno a un tavolo le sigle sindacali, iter obbligato in ogni situazione dei conti prefallimentare». La Cgil va giù pesante e, dopo la bagarre scoppiata l’altro ieri alla Diaco laboratori e sfociata poi in rissa, non intende farla passare liscia a Cerani. Uno dei protagonisti della zuffa, tra l’altro, era proprio il segretario provinciale della Filctem-Cgil Michele Gazzillo, di cui Cerani aveva dichiarato di essere stato vittima. Secondo la versione dell’imprenditore infatti era stato il sindacalista a colpire per primo, sferrandogli un pugno allo stomaco. Versione diametralmente opposta a quella della Cgil, che specifica invece che ad aggredire per primo è stato proprio il presidente della Diaco. «Il nostro segretario – spiega la Filctem-Cgil – non era affatto un intruso, come affermato da Cerani, ma era stato convocato dagli stessi lavoratori della Diaco ad assemblea iniziata. Proprio come il segretario della Femca-Cisl che, a differenza di Michele Gazzillo, non solo non è stato aggredito, ma è anche potuto restare in fabbrica e prendere parte alla trattativa. Trattativa – aggiungono caustici i sindacalisti della Cgil – da cui solo noi sembravamo singolarmente essere stati esclusi». Rissa a parte, la Cgil non intende restare in silenzio e spiega: «La situazione in cui versano i lavoratori della Diaco è difficile. L’azienda li ha costretti ad accettare delle condizioni che consistono 
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in un aumento delle ore lavorative, che verranno retribuite solo in presenza di utili, pena la chiusura dello stabilimento: un aut aut inaccettabile. Le organizzazioni sindacali non sono state coinvolte e messe al corrente della volontà  di convocare i lavoratori in assemblea. Anzi, crediamo che la Cgil sia stata volutamente esclusa a causa delle perplessità  già  espresse sulle proposte aziendali. Noi rispettiamo l’accordo votato e accettato dai dipendenti, colti in evidente stato di esasperazione e preoccupazione. La trattativa ormai è stata accolta dalle parti, ma noi chiederemo comunque che venga aperto un tavolo. Quello che stupisce è che, a fronte della richiesta di un impegno maggiore rivolta ai propri dipendenti, l’azienda non si sia assunta un impegno scritto in merito alla ricapitalizzazione da parte dell’assemblea dei soci e all’approvazione di un piano di gestione del debito».