La Cgil: “Con le ferie e senza assunzioni, assistenza a rischio negli ospedali”

Le ferie estive del personale ospedaliero mettono a rischio l’assistenza nelle Medicine. Prima, terza e clinica medica, oltre che il pronto soccorso, potrebbero restare sguarniti. I sindacati, alle prese con un duro braccio di ferro con la direzione, hanno calcolato il fabbisogno dei singoli reparti: per mandare i dipendenti in vacanza senza intaccare l’assistenza e l’attività  quotidiana servono 80 nuovi assunti, operatori sociosanitari (Oss) compresi. Questo, secondo le parti sociali, sarebbe stato chiesto direttamente dai responsabili che operano in corsia quotidianamente. L’Azienda ospedaliera prevede però di prenderne soltanto 14: 6 infermieri e 8 Oss. Non di più. La direzione, al momento, non ritiene di fare passi indietro sulla decisione ed è intenzionata a ripetere lo schema attuato lo scorso anno. Le sofferenze, stando alle previsioni del fronte sindacale, si avranno quindi soprattutto nelle Medicine. «Nelle corsie già  si lavora con un organico ridotto – a
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ccusa Rossana Giacaz, segretaria provinciale della Cgil Funzione pubblica – e ora con le ferie ci sarà  ancora meno personale per le cure, i pasti e quanto necessario in un ospedale. Le sale operatorie continueranno come sempre a lavorare a regime ridotto, facendo crescere le liste d’attesa, e il disagio diventerà  insostenibile».
Per mantenere l’assistenza regolarmente la direzione sarebbe pronta a richiedere turni aggiuntivi . Un aumento del carico di lavoro, dunque. Ma se infermieri e Oss rifiutano, la casella resta scoperta? C’è un “piano b”? A quanto pare no. «Dopo l’ultimo incontro sindacale ci chiediamo quali soluzioni organizzative sono state messe in atto dalla direzione aziendale per garantire un’adeguata offerta assistenziale e nel contempo permettere le dovute ferie al personale?», scrivono in un comunicato congiunto Cgil-Funzione pubblica, Fps-Cisl, Uil-Fpl, Fials e Rsu aziendale. «Le ferie – aggiungono – sono un diritto che va garantito con una puntuale pianificazione», sottolineano ancora i sindacati. «La programmazione e la gestione delle attività  deve tener conto, aspetto non secondario, delle risorse umane disponibili. Ci domandiamo quale qualità  assistenziale potrà  essere garantita nel periodo estivo e a quali condizioni se a fronte di una richiesta di 80 operatori tra infermieri e operatori socio sanitari avanzata dalle strutture sanitarie – puntualizzano ancora le parti sociali – l’Azienda ospedaliera risponde con l’assunzione di soli 6 infermieri e 8 O.s.s? Ad oggi l’unica risposta da parte dell’azienda a queste domande, al di là  di un piano ferie che di “piano” ha soltanto il nome, è stata la presentazione di un progetto che richiede agli operatori ulteriori sacrifici. La situazione è diventata insostenibile, serve una seria rivisitazione dei vertici aziendali».