Il ministro Brunetta torna ad attaccare le donne

Lo avevamo detto, ovvero le bugie hanno le gambe corte. Il ministro Brunetta, infatti, continua ad attaccare le donne.Oggi il ministro della Pubblica amministrazione, ha proposto di innalzare l’età  pensionabile delle donne anche nel settore privato, invocando nuovamente l’Unione Europea.
Non contento di aver già  portato a casa con motivazioni del tutto labili l’aumento dell’età  pensionabile per le lavoratrici dipendenti del pubblico impiego, il ministro chiede la stessa cosa anche per le lavoratrici dipendenti del settore privato. C’è da chiedersi quante, e relative a qual
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i argomenti, siano le numerose sentenze della Corte di Giustizia europea alle quali l’Italia ha deciso di non adeguarsi.
“Se così non si facesse”, tuona il Ministro, “si creerebbe sull’età  pensionabile una ingiustificata disparità  di trattamento tra le lavoratrici a seconda del loro settore di lavoro”.
La Cgil aveva già  dichiarato che l’innalzamento dell’età  pensionabile per le lavoratrici del settore pubblico significava, per il Governo, mettere le mani avanti per le dipendenti del settore privato.Così purtroppo è avvenuto.
Per queste ragioni la Cgil aveva sostenuto e sostiene che non bisogna aumentare l’età  pensionabile per nessuna donna, visto che peraltro nel nostro Paese le donne già  vanno in pensione più tardi degli uomini e se vogliono possono continuare a lavorare fino al compimento del 65 anno di età . E nel settore pubblico addirittura fino a 67 anni.
Per la Cgil il problema non è continuare ad attaccare i diritti delle donne ed estendere una norma iniqua alle lavoratrici del settore privato, bensì, come abbiamo sempre detto serve ripristinare la flessibilità  dell’età  pensionabile, lasciando ad ogni lavoratrice la scelta volontaria di continuare o meno a lavorare.