Green Pass, prefetto e Asugi affrontino l’emergenza
Successivamente al decreto sull’obbligo di Green pass per accedere ai luoghi di lavoro, si sono evidenziate molteplici criticità che dal nostro punto di vista fanno emergere e crescere un forte disagio tra i lavoratori e la popolazione.
Per quanto riguarda Trieste, si stima che a partire dal 15 ottobre ci sarà un fabbisogno di 60 mila tamponi alla settimana a livello provinciale. Numero che attualmente il territorio non è in grado di garantire, il che finirà per ledere il diritto al lavoro delle persone non vaccinate, oltre a condizionare la disponibilità di tamponi, che dovrebbero essere un presidio di salute e sicurezza da garantire a tutti i lavoratori e le lavoratrici. La questione, pertanto, dovrebbe rientrare negli accordi relativi alla sicurezza e al contrasto alla pandemia nei luoghi di lavoro, sottoscritti a livello territoriale presso le Prefetture.
Nell’ambito della contrattazione aziendale, inoltre, le imprese dovrebbero ragionare su un intervento rispetto al costo del tampone, che impatta in maniera differente sui lavoratori in base all’entità del salario. È poi evidente che anche il servizio sanitario regionale e Asugi debbano avere un ruolo da protagonisti su questo versante, per garantire il diritto al lavoro e alla salute dei lavoratori.
Su questi temi Cgil, Cisl e Uil di Trieste, lo scorso 18 agosto, avevano chiesto un incontro al Prefetto, senza mai ricevere da allora alcuna risposta. Il pericoloso scenario di scontro sociale sul nostro territorio non può ricadere su lavoratori e aziende e non può e non deve essere sottovalutato perché il diritto al lavoro, alla salute e alla sicurezza sono diritti garantiti dalla Costituzione e il prefetto non può non affrontarli. Restiamo, dunque, in attesa di un sollecito riscontro per la convocazione del tavolo.
Per Cgil-Cisl-Uil Trieste
Michele Piga, Luciano Bordin. Matteo Zorn