Grandi appalti, la Cgil chiede un patto sulla legalità
Con l’approssimarsi per Trieste di grandi commesse legate al porto, al Portovecchio, a Cattinara, solo per citarne alcune, i sindacati chiedono alle principali stazioni appaltanti del territorio di siglare un protocollo sulla legalità negli appalti, ovvero di sottoscrivere l’impegno mirato alla costante verifica delle credenziali (e della fedina) di chi otterrà i cantieri. Un messaggio che il segretario della Cgil di Trieste Michele Piga ha lanciato a Comune, Autorità portuale e Azienda sanitaria: «Durante un recente incontro il prefetto di Trieste si è detto disponibile a confrontarsi sull’argomento. Si tratterebbe di un’iniziativa già lanciata in molte realtà nazionali, come Milano: dal grande appalto origina il subappalto e con esso zone d’ombra. Spesso. Allora – meglio intervenire prima che dopo».
Da monitorare anche il sempre più diffuso fenomeno dell’evasione ed elusione contributiva nel settore edile dell’area giuliana, documentato dalla Cassa edile. «Chiaro – dice Piga – la Cassa costa di più, perchè garantisce di più, dalla formazione alla sicurezza. Nei decenni si è rivelata uno strumento prezioso nel migliorare le condizioni lavorative. Togliere risorse all’istituto significa indebolire il sistema bilaterale».