Giovani, sale la disoccupazione a Trieste

(da Il Piccolo) Si scrive lavoro ma si pronuncia dramma. Eccolo qua l’ennesimo report nero pece sul mercato occupazionale a Trieste. Cassa integrazione, mobilità  e giovani dicono che siamo nel tunnel. E, per restare in metafora, non vediamo nemmeno la luce. I dati che filtrano segnano un inequivocabile aumento complessivo di chi è senza un impiego: 5 mila e 800 nel 2012, 6 mila e 700 nel 2013. Novecento persone in più a casa nel giro di un anno. E si conoscono bene le difficoltà  per la città  ad assorbire chi è, o potrebbe trovarsi, in strada. L’emorragia investe gli uomini, da 2 mila e 700 a 3 mila e 200 (-500)e in misura leggermente inferiore anche le donne (da 3 mila e 100 a 3 mila e 500). Sono numeri Istat, consolidati precisano dalla Regione, che danno ben l’idea su come si stanno mettendo le cose a Trieste. Piuttosto male, evidentemente. La disoccupazione (circa il 13% nel Paese) lievita: 6,1% nel 2012, 6,8% nel 2013. A incidere soprattutto i giovani, che devono fare i conti con un tasso salito al 23,25%. Era il 17,67 nel 2012. La media italiana, condizionata dal Sud, si attesta attorno al 40%. Le fasce d’età  da considerate, sono varie. La più allarmante, restando a Trieste, è proprio quella dei maturati-laureati che va dai 18 ai 29 anni e balza dal 16,1% al 26,8%. Una tendenza confermata anche se si allarga il range ai quindicenni. In
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negativo, seppur in modo meno marcato, pure chi è tra i 25 e i 34, che magari possono vantare nel curriculum master, dottorati ed esperienze lavorative più solide: dall’8% si passa al 10,9%. Gli unici in calo sono i 15-24enni (30,5-28,6). Fin qui il focus sui giovani. E’ trasversale, invece, l’analisi sulla Cassa integrazione guadagni, per la quale la Regione dispone di dati Insp. In calo l’ordinaria (e in deroga, -11,2%): dalle 364.713 ore autorizzate nel 2011 si raggiungono le 653.656 del 2012, per poi tornare a scendere a 468.813 nel corso del 2013 (-28%). Ma in realtà  è un meccanismo a cascata che si ripercuote sulla Cassa straordinaria, l’anticamera del licenziamento talvolta, che registra un forte incremento. Le 866.984 ore concesse nel 2011 schizzano a 798.400 nel 2012 e a 1.392.618 nel 2013. Il quadro si fa ancora più preoccupante con gli ingressi in mobilità : in sostanza chi perde il lavoro. Stando a quanto riferisce la Regione, su fonte Ergonet che ha preso in considerazione aziende con almeno 15 dipendenti, erano 109 gli iscritti nel 2011, 232 nel 2012 e 478 nel 2013. Un raddoppio nel giro di due anni.