Giacaz: “Centri estivi, vicenda nata male e finita peggio”

Nessuna ricucitura dello strappo aperto un anno fa (con l’arcinoto precetto poi sconfessato dal Tar) tra l’amministrazione Cosolini e le maestre di nidi e materne comunali. La trattativa in vista della stagione estiva, costruita sul principio della volontarietà , nel senso che l’idea era quella di far lavorare per due settimane tra luglio e agosto solo chi lo voleva in cambio di soldi e/o compensativi di recupero in inverno, si è chiusa con un
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clamoroso nulla di fatto. Adesso, a meno di colpi di scena, ancor più clamorosi, la notizia è che i posti a disposizione quest’anno nei cosiddetti centri estivi non saranno gli stessi di quelli offerti dal Comune nel 2013, e proprio “in forza” del precetto delle maestre per due settimane a testa, bensì inferiori del 20%. Si torna quindi ai posti del 2012, e soprattutto al tipo di servizio fino ad allora dato, con l’area Educazione governata dall’assessore Grim che si avvarrà  di nuovo dei soli educatori esterni delle cooperative sociali e non più, come l’anno scorso, di personale misto, esterno ma pure interno, dipendente. Il tavolo è saltato lunedì pomeriggio: nessun sindacato ha messo la firma, anche la Cgil si è chiamata fuori. 

«È una vicenda cominciata male che finisce peggio», afferma Rossana Giacaz della Cgil, la quale insiste a sua volta sull’«atteggiamento dell’altro anno da parte dell’amministrazione comunale, poco rispettoso del dialogo con i dipendenti. Questo è il risultato. L’utenza poi è assolutamente persa. Ci spiace che per problemi interni paghino i cittadini, per questo noi chiediamo che il servizio reso con le cooperative non sia inferiore del 20% rispetto a quello del 2013, ma sia lo stesso. Il Comune, insomma, metta ancor più risorse».