Ferriera, monito dei sindacati: la politica spinga per Arvedi

(da Il Piccolo) Uno scatto di reni alle
forze politiche e alle istituzioni locali affinché attraggono imprenditoria e
non chiudano la porta in faccia a quell’unico imprenditore che ha dichiarato di
voler investire sul sito della Ferriera viene lanciato in un appello dai
segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Adriano Sincovich, Umberto Brusciano
e Claudio Cinti che sottolineano di non nascondere «la nostra forte
preoccupazione rispetto al dibattito politico che sta nascendo a fronte
dell’interessamento del gruppo siderurgico Arvedi sulla Ferriera di Servola».
«Allarmati dalla situazione finanziaria e gestionale del Gruppo Lucchini, con
la prospettiva che il sito chiudesse con il blocco degli impianti già  dal primo
settembre (come peraltro annunciato dal commissario straordinario nell’ultimo
tavolo di luglio scorso) – sottolineano – abbiamo considerato positivamente la
proposta di affitto del ramo di azienda da parte del Gruppo siderurgico Arvedi.
Proposta che ha bloccato la procedura di dismissione. à‰ certo che il confronto
che 

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avrebbe dovuto svolgersi l’11 settembre e poi rinviato dalla parte
aziendale, non è stato annunciato nel migliore dei modi, visto il contenuto
della lettera di convocazione che di fatto contraddice, per quanto attiene ai
livelli occupazionali, le dichiarazione del Cavalier Arvedi rese in una recente
riunione in sede confindustriale di Trieste. Detto questo le organizzazioni
sindacali hanno espresso, nella riunione svoltasi il primo agosto, un giudizio
positivo sull’ipotesi di intervento. Tralasciando altre valutazioni, il
giudizio più rilevante riguarda il fatto che si potrebbe, finalmente, operare
sulle prospettive strategiche del sito Ferriera in una condizione di continuità 
produttiva e di processi di risanamento ambientale». «Vorremmo che in questa
vicenda – aggiungono però Sincovich, Brusciano e Cinti – fossimo accompagnati
da un sentire collettivo delle istituzioni, della politica: questo per dare, in
un momento tragico per l’economia che sta facendo precipitare molte famiglie
nell’incubo della povertà . Sia chiaro, quindi, che nessuno può più permettersi,
senza assumersi le debite responsabilità  e conseguenze, di chiudere la porta in
faccia a quei pochi, anzi a quell’unico imprenditore, che ha dichiarato di
voler investire in questo sito, che il primo settembre avrebbe dovuto chiudere,
mettendo in cassa integrazione tutti gli attuali addetti ai lavori e lasciando
spesso senza ammortizzatori sociali tutte le maestranze dell’indotto. Chiediamo,
quindi, di evitare gli errori del passato, che non hanno permesso uno sviluppo
soprattutto nell’industria manifatturiera e hanno lasciato senza ossatura
l’economia della città . Chiediamo uno scatto di reni di tutte le forze
politiche, economiche e istituzionali perché pongano in essere ogni condizione
per attrarre imprenditoria, per ristabilire un’economia virtuosa, lasciando
invece alla valutazione delle organizzazioni sindacali l’onere della trattativa
con il Gruppo Arvedi e relativa all’affitto del ramo d’azienda. Almeno in
questa occasione venga data l’opportunità  di confrontarci nel merito di una
trattativa che si presenta sicuramente difficile, ma almeno una volta
improntata a stabilire un programma di investimenti e a come i lavoratori
possano essere coinvolti positivamente nel mantenimento della loro posizione
lavorativa con una prospettiva vera anche di continuità . Siamo pronti a farci
carico di un confronto pubblico con i soggetti politici, istituzionali ed
economici, che ad oggi sono intervenuti sulla stampa con posizioni ovviamente
legittime ma non sempre condivisibili, perché sia fatta vera chiarezza sul
futuro che si vuole per questa città , a partire dalla Ferriera, e in generale
per lo sviluppo industriale del territorio.