Ferriera, in piazza la rabbia dei lavoratori
Il corteo sul lungo tragitto da Servola fino a piazza Unità e poi l’assedio posto con striscioni, trombette e slogan al palazzo della Regione finché non è sceso il presidente Renzo Tondo spalleggiato dagli assessori al Lavoro, Alessia Rosolen e all’Ambiente, Vanni Lenna.
Così quasi duecento lavoratori della Ferriera, supportati da una quindicina di studenti e da un gruppetto di esponenti del comitato Città per il lavoro, hanno portato ieri mattina la loro rabbia in piazza. Tondo ha accolto immediatamente una delle richieste fatte in strada dai rappresentanti dei lavoratori convocando per mercoledì 11 marzo alle 10 un tavolo di confronto con i sindacalisti e con l’azienda, invito al quale
La mobilitazione, che è già una prima timida riproposta dell’autentica sommossa di piazza che caratterizzò l’autunno 1994 e che permise alla Ferriera di evitare la chiusura con l’arrivo della Lucchini, è conseguenza dell’annuncio di cassa integrazione che scatterà giovedì 12 e dell’anticipazione fatta dall’azienda stessa, secondo cui alla ripresa del lavoro non appare certo il mantenimento dei livelli occupazionali.
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Momenti di tensione ieri mattina di fronte all’ingresso dell’hotel Duchi d’Aosta con centinaia di persone che spingevano su un piccolo cordone di poliziotti in divisa e di agenti della Digos coordinati dai dirigenti Luigi Di Ruscio e Manuela De Giorgi schierati a protezione del portone dell’ex Palazzo del Lloyd Triestino, mentre era pronto a intervenire anche un gruppetto di carabinieri. «Noi la crisi non la paghiamo», «Buffoni», «Lotta dura senza paura», le grida che sono state lanciate. Dopo interminabili minuti di ansia, è apparso Tondo seguito da Rosolen e Lenna e ha fatto un paio di passi per portarsi al centro del gruppo di manifestanti.
«Se il presidente della Regione è qui – ha detto Tondo – significa che prestiamo estrema attenzione a questo problema. La crisi è forte e lo testimoniano le 100 mila tonnellate di ghisa e le 150 mila tonnellate di coke invendute, ma convoco immediatamente un tavolo di confronto con voi e con l’azienda». Ha preso anche un impegno che però non potrà mantenere, quello di parlarne oggi con il ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola. Ma il rappresentante del governo ha poi annullato la prevista visita in Friuli Venezia Giulia. Il presidente ha inoltre prospettato eventuali interventi integrativi nella legge di bilancio assicurando il massimo impegno per garantire il miglior percorso di riconversione possibile entro il 2015.
Faccia a faccia con Tondo, attorniato da tutti i lavoratori, era arrivato Enzo Timeo della Uilm che ha fatto da portavoce: «La nostra azienda per problemi di funzionalità e di sicurezza non può perdere nemmeno un lavoratore. In realtà , mille famiglie (quelle della Ferriera più quelle della Sertubi e dell’altro indotto) sono a rischio sopravvivenza. La città non può permettersi di tagliare un altro ramo industriale, un settore già povero che costituisce soltanto il 15 per cento dell’economia della provincia. Gli operai devono portare a casa i soldi per i loro figli. Se non avremo risposte esaurienti, noi sindacalisti non saremo in grado di governare la piazza».
Gran parte del gruppo si è poi spostato sotto il municipio dov’è stato attivato un contatto telefonico con il sindaco Roberto Dipiazza fuori città per impegni istituzionali. Domani al suo rientro sarà fissato un incontro con i lavoratori.
da Il Piccolo