Ferriera, ecco perché la Fiom Cgil resta contraria all’accordo
Mercoledì 8 gennaio si svolgerà il “referendum” dei lavoratori sulla chiusura dell’area a caldo della Ferriera. Come noto, la Fiom Cgil non si è allineata alle posizioni delle altre sigle firmatarie dell’accordo stretto a Roma con Siderurgica Triestina, e rimane contraria alla cessazione della produzione di ghisa a Trieste. Così il segretario provinciale della Fiom Marco Relli ribadisce il suo no: «La Fiom non firma un accordo che mette nero su bianco 163 esuberi per un’azienda che non è in perdita e che rispetta le norme ambientali. La Ferriera chiude per una scelta politica come ricorda sempre l’azienda. L’accordo prevede che i lavoratori siano assumibili nel laminatoio dopo una visita che ne accerti l’idoneità fisica: chi non sarà idoneo dovrà accettare l’incentivo a uscire. L’accordo parla di uscite volontarie ma anche di 163 esuberi: se i numeri sono già noti, dove starebbe questa volontarietà ? Sono ragionamenti basilari per chi fa sindacato».
Sulle accuse delle altre sigle alla Fiom di aver diffuso una bozza non definitiva dell’accordo per intimorire i lavoratori, risponde il delegato Fiom della Rsu Thomas Trost: «Ci danno degli sleali ma chi ha fatto la stampa ha solo confuso tra due file. Il disguido è stato fatto notare e, come giusto, ci siamo fermati. Ma si vede che dalla parte del sì le esigenze di portare a casa il risultato sono talmente vincolanti che ci si aggrappa ad ogni difformità . Se uno guarda le interviste, sono totalmente contrarie a ciò che viene proposto nell’accordo. Cosa ha fatto cambiare rotta?».
Per quanto riguarda il coinvolgimento di Fincantieri, Relli va giù pesante contro l’impegno assunto dal ministro Patuanelli sull’assorbimento dei possibili esuberi: «Per la Eaton le proposte sono arrivate solo da ditte esterne alla Fincantieri, che anche in quel caso si era impegnata. Un 57enne si è visto proporre la pulizia delle stive, da giovedì a domenica in orario notturno, per mille euro. In Fincantieri ci dovrebbero andare anche i dipendenti della cartiera: quelli della Ferriera hanno una priorità solo perché la decisione della chiusura è politica?».