Appalti, mobilitazione Cgil contro i salari imposti “al ribasso”
(da Il Piccolo) A Trieste sono circa 5mila i lavoratori il cui contratto è disciplinato dalle norme in materia di appalti. Di essi, circa 1.500 operano nell’area del Comune e 700 in quella dell’Azienda per i servizi sanitari. «Un meccanismo insidioso contro il quale lotteremo con tutte le nostre forze – ha annunciato ieri il segretario provinciale della Cgil Adriano Sincovich ““ perché nelle pieghe di questa normativa si trovano aziende che ne alterano gli equilibri, dando vita a quel “lavoro povero” purtroppo sempre più diffuso». Anche la Cgil locale si mobiliterà nei prossimi giorni per raccogliere firme di sostegno alla proposta di legge d’iniziativa popolare «che rientra in un programma della Cigl nazionale che vuole puntare l’attenzione sugli appalti, un sistema intaccato dalla corruzione e foriero di disservizi. Vediamo contratti pirata e mancati versamenti di contributi. Il quadro normativo è poi sensibilmente peggiorato per interventi del governo Renzi. A Trieste puntiamo ad arrivare a 5mila firme». Il segretario Cgil ha poi indicato l’esempio più evidente. «A Trieste ““ ha sottolineato – abbiamo un Comune che mette a bilancio circa 100 milioni di spesa per appalti oramai stabilizzati. Il 19 marzo anche la nostra città sarà coinvolta da un’iniziativa nazionale per denunciare la gravità del problema». Renato Kneipp, della segreteria Cgil, ha spiegato che «se un lavoratore guadagna troppo poco è l’intera società a risentirne, specie quando è impegnato nel settore pubblico. Vogliamo far recepire le normative Ue per gli appalti, molto più garantiste e cancellare il sistema del massimo ribasso, che sta portando lavoratori a guadagnare cifre irrisorie. La battaglia va fatta anche nel privato, come a esempio alla Fincantieri».