Allarme dei sindacati: la sanità triestina è in pericolo
(da Il Piccolo) Cgil, Cisl e Uil scendono in campo a tutela della sanità triestina «minacciata – hanno detto ieri i tre segretari provinciali, Adriano Sincovich, Luciano Bordin e Luca Visintini – da un piano regionale che non tiene conto dell’eccellenza maturata nel settore negli ultimi 15 anni e delle esigenze locali». Bordin, ribadito «l’ottimo livello raggiunto dalla sanità triestina« che ha «mantenuto livelli di qualità ed efficienza
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di bilancio», ha criticato la giunta regionale Tondo, «i cui esponenti dicono cose fuorvianti pur di puntellare il loro progetto. Non concordiamo sui tagli, sul metodo della ripartizione pro capite, che non tiene conto delle situazioni contingenti. E non accettiamo che si tolga alla realtà sanitaria triestina per dare ad altri, che magari non hanno garantito la stessa efficienza. La risposta della Regione rischia di deprimere chi si è comportato bene. Chiediamo che tutte le forze politiche si facciano carico della difesa della positività garantita dalla sanità triestina».
Secondo Luca Visentini «c’è una chiara volontà di penalizzare la sanità triestina, preludio al ridimensionamento dell’intero sistema. Le realtà locali tengono i bilanci in parità da tempo. I tagli invece sono irrazionali, si toglie autonomia alle singole strutture e così si altera l’equilibrio raggiunto con l’ottima riforma del ’95. Gli organici – secondo l’esponente Uil – sono scarsissimi, gli straordinari non sono pagati, mentre c’è un proliferare di strutture private, accompagnato dalla fuga di pazienti verso realtà extra regionali. Il Burlo è al centro di questo attacco. Ci attendono due passaggi – ha proseguito – quello fissato per il 22 novembre, quando le aziende ospedaliere dovranno spiegare come faranno a tagliare e dove, e l’imminente approvazione della finanziaria regionale, che prevede decurtazioni di spesa. La città si deve svegliare e la politica impegnarsi su questo fronte. Sarà opportuno creare un comitato di salute pubblica sull’argomento».
«Trieste è il centro più avanzato ed efficiente della regione – ha esordito Sincovich – ma l’area giuliano isontina sarà chiamata a rivedere le strutture e tutto questo senza un confronto con i rappresentanti sindacali delle categoria coinvolte. Il meccanismo messo in piedi dalla regione taglia la capacità delle strutture di gestirsi in autonomia. Chiederemo la collaborazione delle associazioni e delle organizzazioni che operano nella sanità . I 5.500 lavoratori della sanità pubblica triestina – ha concluso il segretario della Cgil – attendono risposte e non tagli e vedremo, fra i politici, chi si schiererà con noi e chi contro». (u.s.)
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Secondo Luca Visentini «c’è una chiara volontà di penalizzare la sanità triestina, preludio al ridimensionamento dell’intero sistema. Le realtà locali tengono i bilanci in parità da tempo. I tagli invece sono irrazionali, si toglie autonomia alle singole strutture e così si altera l’equilibrio raggiunto con l’ottima riforma del ’95. Gli organici – secondo l’esponente Uil – sono scarsissimi, gli straordinari non sono pagati, mentre c’è un proliferare di strutture private, accompagnato dalla fuga di pazienti verso realtà extra regionali. Il Burlo è al centro di questo attacco. Ci attendono due passaggi – ha proseguito – quello fissato per il 22 novembre, quando le aziende ospedaliere dovranno spiegare come faranno a tagliare e dove, e l’imminente approvazione della finanziaria regionale, che prevede decurtazioni di spesa. La città si deve svegliare e la politica impegnarsi su questo fronte. Sarà opportuno creare un comitato di salute pubblica sull’argomento».
«Trieste è il centro più avanzato ed efficiente della regione – ha esordito Sincovich – ma l’area giuliano isontina sarà chiamata a rivedere le strutture e tutto questo senza un confronto con i rappresentanti sindacali delle categoria coinvolte. Il meccanismo messo in piedi dalla regione taglia la capacità delle strutture di gestirsi in autonomia. Chiederemo la collaborazione delle associazioni e delle organizzazioni che operano nella sanità . I 5.500 lavoratori della sanità pubblica triestina – ha concluso il segretario della Cgil – attendono risposte e non tagli e vedremo, fra i politici, chi si schiererà con noi e chi contro». (u.s.)