Cgil in allarme: «Cala l’assistenza domiciliare»

(da Il Piccolo)

di GABRIELLA ZIANI
Meno ore di assistenza domiciliare, meno pasti recapitati a casa, meno servizi di manutenzione dal servizio pubblico, un appalto triennale con le cooperative che lavorano per il Comune rinnovato con aumenti inferiori agli indici Istat: sulla base di questi dati la Cgil-Funzione pubblica ha proclamato lo stato di agitazione e chiesto per lunedì un incontro di conciliazione in Prefettura.
Il problema è su tre fronti: il sindacato teme che di fronte a un appalto di minore entità i lavoratori delle cooperative non possano più essere pagati secondo contratto; che nonostante l’enfasi sulle politiche socio-sanitarie per garantire la vita a casa propria delle persone fragili e più anziane i servizi non sac louis vuitton pas cher , sac louis vuitton pas cher , nike air max tn pas cher , nike air jordan pas cher , nike air max pas cher siano, al contrario, sufficienti, e in calo anziché in aumento; che il rinnovo del contratto nazionale per la cooperazione sociale (in discussione, anche se le trattative sono al momento interrotte) rischi di non essere coperto dagli introiti che le cooperative hanno ottenuto attraverso gli appalti pubblici. Preoccupazione forte soprattutto per il momento difficile: «Stiamo chiedendo sempre più cassa integrazione in deroga per le cooperative sociali – ha affermato ieri Marino Sossi in una conferenza stampa -, l’ultimo caso è quello della cooperativa Confini che ha perso parte del lavoro al “call center” dell’Azienda sanitaria, e altro ne perderà quando il servizio Cup verrà centralizzato a Pordenone, secondo il bando regionale».
La base d’asta del nuovo appalto per i servizi domiciliari del Comune è passato dai precedenti 6 milioni e 625 mila euro agli attuali 6 milioni e 710 mila, con una crescita dunque per i tre anni di 85 mila euro. Il monte-servizi da erogare, ha detto il sindacato esponendo le voci del capitolato, è sceso: 476 ore di assistenza domiciliare in meno (da 4103 a 3627), 602 pasti in meno a domicilio (da 5365 a 4763), 17 ore di manutenzione in meno (da 140 a 123).
«Sono già contento di essere riuscito a mantenere intatta la cifra storica – risponde l’assessore alle Politiche sociali, Carlo Grilli -, l’appalto è stato rinn0vato da un paio di mesi e non abbiamo avuto alcuna lamentela, del resto ci sono adesso più strumenti a disposizione, c’è anche il Fondo per l’autonomia possibile (Fap) che i cittadini ricevono per l’assistenza a casa, e ci sono le risorse raccolte sul territorio attraverso i Piani di zona. Dobbiamo vigilare – aggiunge Grilli – che tutti abbiano il necessario, ma che non si verifichi che uno ha tre benefici e un altro nessuno». Grilli sottolinea pure che il Comune ha fatto moltissime azioni nel campo della disabilità , soprattutto giovanile, aprendo centri diurni «che consentono una vita migliore alle persone e permettono grandi risparmi sul fronte dell’assistenza pubblica, risorse da spostare altrove».
I sindacati anche temono, difendendo i lavoratori delle cooperative, che i cittadini in possesso di Fap possano rivolgersi sul mercato per ricevere assistenza, decidendo autonomamente come meglio spendere l’aiuto pubblico per malati, disabili, anziani fragili. E che dunque il mondo cooperativo perda spazi. Temono che il monte-ore di lavoro dei dipendenti, severamente monitorato, possa in corso d’opera trasformarsi, e non rispecchiare più le condizioni del contratto stipulato col lavoratore.
In più, per l’assistenza domiciliare, verranno adesso (lodevolmente) impiegati solo operatori con la qualifica di operatore socio-sanitario (Oss): dunque, dice la Cgil, la cooperativa spenderà per la formazione e dovrebbe poi pagare uno stipendio più alto. Perciò in Prefettura, per garantire tutti questi aspetti oltre che il cittadino, verrà chiesta una revisione delle cifre dell’appalto.