Un progetto per ripensare la Trieste del futuro
Cgil, Fillea, Spi-Cgil e Sunia di Trieste hanno promosso un convegno
dedicato alla presentazione della piattaforma sulla rigenerazione
urbana, progetto col quale si intende ripensare le città del futuro,
tenendo conto delle rinnovate necessità dei cittadini, della
riconfigurazione del rapporto tra città e periferie, del ruolo del
verde, inteso come infrastruttura di salute pubblica, e
dell’importanza di mettere in campo nuovi modelli di partecipazione
delle persone alle scelte politiche.
dedicato alla presentazione della piattaforma sulla rigenerazione
urbana, progetto col quale si intende ripensare le città del futuro,
tenendo conto delle rinnovate necessità dei cittadini, della
riconfigurazione del rapporto tra città e periferie, del ruolo del
verde, inteso come infrastruttura di salute pubblica, e
dell’importanza di mettere in campo nuovi modelli di partecipazione
delle persone alle scelte politiche.
Fra i temi toccati è mersa la
necessità di ristabilire un valido equilibrio tra la crescente
domanda di bisogni sociali e le risposte, che devono tradursi in
servizi, tra i rischi e la prevenzione, tra l’usura dei manufatti e
la manutenzione, tra il consumo del suolo e il reale fabbisogno
abitativo. E ancora, tra la proprietà come diritto e il dovere di
valorizzarla, tra lo spreco e la riqualificazione urbana e del
territorio. Si è parlato anche di infrastrutture, sostenibilità
ambientale ed energetica, innovazione digitale e tecnologica, qualità
delle imprese e della filiera dei materiali, occupazione e qualità
della vita. Il tutto alla presenza di rappresentanti della
Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna), di numerose forze
politiche e realtà sociali, Legambiente, Associazione Zeno, Comitato
difesa pineta di Cattinara e Comitato no ovovia. Riguardo all’ovovia
e alla pineta di Cattinara, ripetuti i richiami alla «scarsa
lungimiranza della quasi totalità delle operazioni inerenti
l’urbanistica e la viabilità , che sta caratterizzando l’opera del
Comune».
necessità di ristabilire un valido equilibrio tra la crescente
domanda di bisogni sociali e le risposte, che devono tradursi in
servizi, tra i rischi e la prevenzione, tra l’usura dei manufatti e
la manutenzione, tra il consumo del suolo e il reale fabbisogno
abitativo. E ancora, tra la proprietà come diritto e il dovere di
valorizzarla, tra lo spreco e la riqualificazione urbana e del
territorio. Si è parlato anche di infrastrutture, sostenibilità
ambientale ed energetica, innovazione digitale e tecnologica, qualità
delle imprese e della filiera dei materiali, occupazione e qualità
della vita. Il tutto alla presenza di rappresentanti della
Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna), di numerose forze
politiche e realtà sociali, Legambiente, Associazione Zeno, Comitato
difesa pineta di Cattinara e Comitato no ovovia. Riguardo all’ovovia
e alla pineta di Cattinara, ripetuti i richiami alla «scarsa
lungimiranza della quasi totalità delle operazioni inerenti
l’urbanistica e la viabilità , che sta caratterizzando l’opera del
Comune».
Michele Piga,
segretario della Cgil di Trieste, ha affermato che «l’approccio del
sindacato è di carattere politico e culturale. Mette al centro i
bisogni dei lavoratori e dei cittadini, a partire da salute,
istruzione e lavoro. Le persone devono beneficiare dei vantaggi della
transizione ecologica e digitale dell’innovazione dei processi
produttivi. Dobbiamo partire dalle domande, non dalle offerte».
Massimo Marega, segretario della Fillea, ha detto che «il futuro del
Paese passa per il lavoro di qualità , al servizio di un modello di
economia circolare, resiliente e sostenibile sotto il profilo
ambientale. La nostra idea abbisogna della trasformazione dei
rapporti produttivi, con un’idea di società e di sviluppo».
segretario della Cgil di Trieste, ha affermato che «l’approccio del
sindacato è di carattere politico e culturale. Mette al centro i
bisogni dei lavoratori e dei cittadini, a partire da salute,
istruzione e lavoro. Le persone devono beneficiare dei vantaggi della
transizione ecologica e digitale dell’innovazione dei processi
produttivi. Dobbiamo partire dalle domande, non dalle offerte».
Massimo Marega, segretario della Fillea, ha detto che «il futuro del
Paese passa per il lavoro di qualità , al servizio di un modello di
economia circolare, resiliente e sostenibile sotto il profilo
ambientale. La nostra idea abbisogna della trasformazione dei
rapporti produttivi, con un’idea di società e di sviluppo».