Cgil, Cisl e Uil: Sanità , servono fatti e l’apertura di un tavolo, non parole
Cgil, Cisl e Uil di Trieste hanno appreso dalla stampa che la Regione e l’Azienda Sanitaria hanno predisposto un Piano di sviluppo territoriale che conterrebbe, tra gli altri, misure organizzative mirate a intervenire su alcuni nodi delle condizioni sanitarie della popolazione, cioè le malattie croniche. Non si capisce come questi interventi si collocano nell’attuale organizzazione dell’assistenza domiciliare.
Dall’altra parte il Commissario dell’Azienda afferma perentoriamente che la fusione delle due Aziende sanitarie di Trieste e Gorizia porterà benefici di per sé, senza specificare in cosa consistono.
Gli argomenti citati e l’enfasi su alcuni passaggi riguardanti il protagonismo di molti soggetti che gravitano nel mondo socio sanitario, non sembra chiarire il ruolo che deve restare centrale della Sanità pubblica. Oggi come ieri si mandano messaggi che rischiano di illudere la popolazione, soprattutto quella più sofferente. Peraltro emerge chiaramente dall’intervista del Commissario come i cittadini/utenti sono relegati sullo sfondo di un processo ristretto ai manager.
In questo contesto si conferma l’allergia della attuale gestione della Sanità al confronto vero e fattivo con le rappresentanze dei cittadini, pensionati e lavoratori. Infatti in spregio ad Accordi sottoscritti nulla si è detto e si dice alle Rappresentanze sindacali di tali importanti cambiamenti e si pensa che in una città che è stata e resta terreno di grande sperimentazione e risultati nel campo delle prestazioni socio sanitarie ci si possa limitare ad una articolo di stampa. Cogliamo l’occasione di ringraziare gli operatori sanitari che operano sul territorio per il grande lavoro di risposta ai bisogni dei cittadini più deboli spesso in condizioni lavorative complicate.
Cgil, Cisl e Uil di Trieste rivendicano pertanto un immediato fattivo cambio di direzione e l’apertura di un tavolo di trattativa.