La campagna Cgil contro la schiavitù dei riders
La campagna nazionale promossa dalla Cgil contro la schiavitù del food delivery, per costruire insieme ai ciclofattorini, impegnati ogni giorno a bordo dei loro mezzi per le piattaforme delle consegne di cibo a domicilio, un futuro di dignità , diritti, tutele e sicurezza, e per sensibilizzare le persone che utilizzano tale servizio sulle condizioni lavorative degli stessi riders, è sbarcata a Trieste venerdì 12 luglio. Di fronte al McDonalds di piazza Goldoni, un gruppo di aderenti alla Cgil Fvg delle categorie interessate, Nidil, Filcams e Filt ha distribuito volantini.
Andrea De Luca, segretario provinciale Filcams Cgil Trieste, ha sottolineato che «la vertenza è aperta già da un mese». Per Paolo Perelli, segretario provinciale Filt Trieste, «è importante che i lavoratori prendano coscienza dei loro diritti». Valentino Lorelli, segretario regionale Filt, ha sottolineato che «è stata presa la decisione di andare noi da loro anziché aspettarli, anche perché si tratta di lavoratori che non sono più i ragazzini di una volta in cerca di un piccolo guadagno per arrotondare, ma parliamo di persone che svolgono questo impiego come unico lavoro». Qualcosa si è mosso comunque. Ci sono state delle vertenze legali che hanno riconosciuto il loro essere lavoratori subordinati. E i committenti è bene che questo lo sappiano. Per non parlare del loro inquadramento del contratto nazionale della logistica».