«Da Sèleco serve chiarezza. No alle guerre tra i territori»
«Quello che va verificato innanzitutto sono tempi, numeri e strategie alla base del progetto di Sèleco: ciò che era mancato a Pordenone, dove gli obiettivi e i tempi dichiarati dall’azienda non erano mai stati supportati dalla presentazione di un piano industriale ai sindacati, che pure l’avevano sollecitato a più riprese». Questo l’appello che il segretario generale della Cgil Fvg Villiam Pezzetta lancia alla Regione, alla luce della richiesta d’insediamento presentata da Sèleco ai vertici dell’Autorità portuale di Trieste. «Chiediamo all’amministrazione regionale ““ dichiara Pezzetta ““di verificare quali sono i piani dell’azienda, nei numeri e nei tempi di attuazione, perché la disponibilità di incentivi e agevolazioni non basta da sola a garantire il raggiungimento degli obiettivi economici e occupazionali che vengono prospettati».
Ma l’errore più grave, per Pezzetta, sarebbe quello di fare della vicenda Sèleco il casus belli per riaccendere «inutili e insensate dispute di campanile» tra le diverse aree della regione. «Il nuovo regime di punto franco ““ dichiara ancora il segretario Cgil ““ è una conquista e un punto di forza per tutta la regione, grazie a un ventaglio di opportunità e di incentivi che vanno sì a vantaggio degli insediamenti industriali, ma che restano specifici di un’area portuale e sono caratterizzati da un’attrattività che va misurata su scala globale, non certo in termini di competizione in un ambito ristretto come quello regionale. Ciò che non può essere messo in discussione è che lo sviluppo dello scalo triestino e degli altri porti del Fvg, favorito dal nuovo regime fiscale e associato a una strategia di potenziamento intermodale delle infrastrutturale di trasporto e delle aree retroportuali, è un asset irrinunciabile su cui costruire un nuovo futuro di crescita economica e occupazionale di questa regione».