Caso Flex, la Fiom chiede il reintegro dei 65 interinali messi alla porta
Il segretario della Fiom Cgil di Trieste Sasha Colautti non
ha dubbi: il caso Flex sarà affrontato con ogni forma di mobilitazione.
Colautti afferma che i 65 interinali messi alla porta in anticipo dalla
dirigenza senza confronto con i sindacati, devono essere reintegrati, e chiede
dunque all’azienda, se non vuole incendiare la vertenza, di tornare sui suoi
passi.
Il 30 marzo, dopo una rapida assemblea davanti ai cancelli
dello stabilimento in Zona industriale, un corteo di lavoratori ha raggiunto la
rotonda di via Flavia e per un’ora abbondante ha bloccato il traffico
sull’importante arteria. Alta la partecipazione alla protesta: quasi trecento
addetti, più o meno l’intero turno, hanno inteso manifestare solidarietà ai 65
colleghi “somministrati”, trasformati in esubero senza tanti complimenti.
Nel
pomeriggio invece presidio in piazza
Unità , sotto il Comune, mentre una delegazione sindacale ha incontrato il
sindaco Dipiazza e i capigruppo consiliari. Il primo cittadino ha chiesto un
incontro con la direzione aziendale mentre la Regione ha ascoltato le ragioni
sindacali e per la prossima settimana ha convocato una riunione “a tre” in Consiglio
regionale Regione-Flex-sindacati.
«Abbiamo bisogno di un robusto appoggio istituzionale –
martella a sua volta Colautti – per fermare questa “epurazione”. E abbiamo
bisogno di una Regione che riprenda l’iniziativa con energia, energia che nei mesi scorsi è un po’ mancata».
ha dubbi: il caso Flex sarà affrontato con ogni forma di mobilitazione.
Colautti afferma che i 65 interinali messi alla porta in anticipo dalla
dirigenza senza confronto con i sindacati, devono essere reintegrati, e chiede
dunque all’azienda, se non vuole incendiare la vertenza, di tornare sui suoi
passi.
Il 30 marzo, dopo una rapida assemblea davanti ai cancelli
dello stabilimento in Zona industriale, un corteo di lavoratori ha raggiunto la
rotonda di via Flavia e per un’ora abbondante ha bloccato il traffico
sull’importante arteria. Alta la partecipazione alla protesta: quasi trecento
addetti, più o meno l’intero turno, hanno inteso manifestare solidarietà ai 65
colleghi “somministrati”, trasformati in esubero senza tanti complimenti.
Nel
pomeriggio invece presidio in piazza
Unità , sotto il Comune, mentre una delegazione sindacale ha incontrato il
sindaco Dipiazza e i capigruppo consiliari. Il primo cittadino ha chiesto un
incontro con la direzione aziendale mentre la Regione ha ascoltato le ragioni
sindacali e per la prossima settimana ha convocato una riunione “a tre” in Consiglio
regionale Regione-Flex-sindacati.
«Abbiamo bisogno di un robusto appoggio istituzionale –
martella a sua volta Colautti – per fermare questa “epurazione”. E abbiamo
bisogno di una Regione che riprenda l’iniziativa con energia, energia che nei mesi scorsi è un po’ mancata».