Cgil, Cisl e Uil: Ferriera, no a strumentalizzazioni politico-istituzionali mascherate
Giovanni Arvedi ha minacciato lo stop all’attività della
Ferriera causa un clima giudicato ormai ostile e sindaco di Trieste Dipiazza
definisce l’atteggiamento «un ricatto alla città ». Dopo tutto questo, ovviamente, è arrivata la reazione dei sindacati e dei
vertici di Cgil, Cisl e Uil, entrati in campo per scongiurare l’addio del
Cavaliere, ribadire la serietà del lavoro fatto negli ultimi due anni da
Siderurgica Triestina, e denunciare le incongruenze dell’amministrazione
comunale. «Siamo di fronte a un paradosso – è stato l’affondo di Michele Piga
della Cgil, Umberto Brusciano della Cisl e e Claudio Cinti della Uil -: da un
lato ci sono i dati dell’Arpa che parlano chiaro, certificando come le
emissioni siano sotto i valori di legge; dall’altro c’è il sindaco che si
richiama a numeri di tutt’altra natura e di cui vorremmo avere conto. Non
vorremmo che gli sforzi fatti con l’Accordo di programma in atto, le prescrizioni
dinamiche dell’Aia e la dichiarazione, faticosamente ottenuta, di Trieste come
area di crisi industriale complessa, venissero vanificati con un colpo di
spugna per effetto di azioni del Comune, che hanno più il sapore di uno scontro
politico istituzionale, che di vero perseguimento del benessere della
cittadinanza. Perché la chiusura dell’area a caldo della Ferriera, e di
conseguenza come più volte detto di tutto il sito industriale, non può essere
un obiettivo a prescindere dalla migliorata realtà ambientale certificata dagli
organi competenti. Ambiente, salute e lavoro sono i valori sui quali come
organizzazioni sindacali ci siamo ispirati, e non solo per la Ferriera. Non
accettiamo strumentalizzazioni politico-istituzionali mascherate. Chiudere la
Ferriera significherebbe compromettere in via definitiva lo sviluppo del
territorio, che passa necessariamente attraverso l’industria. Già oggi ““ chiude
la nota dei sindacati – contiamo circa 8 mila disoccupati, ai quali non
vorremmo aggiungere anche i 600 di Servola, senza contare l’indotto».
Ferriera causa un clima giudicato ormai ostile e sindaco di Trieste Dipiazza
definisce l’atteggiamento «un ricatto alla città ». Dopo tutto questo, ovviamente, è arrivata la reazione dei sindacati e dei
vertici di Cgil, Cisl e Uil, entrati in campo per scongiurare l’addio del
Cavaliere, ribadire la serietà del lavoro fatto negli ultimi due anni da
Siderurgica Triestina, e denunciare le incongruenze dell’amministrazione
comunale. «Siamo di fronte a un paradosso – è stato l’affondo di Michele Piga
della Cgil, Umberto Brusciano della Cisl e e Claudio Cinti della Uil -: da un
lato ci sono i dati dell’Arpa che parlano chiaro, certificando come le
emissioni siano sotto i valori di legge; dall’altro c’è il sindaco che si
richiama a numeri di tutt’altra natura e di cui vorremmo avere conto. Non
vorremmo che gli sforzi fatti con l’Accordo di programma in atto, le prescrizioni
dinamiche dell’Aia e la dichiarazione, faticosamente ottenuta, di Trieste come
area di crisi industriale complessa, venissero vanificati con un colpo di
spugna per effetto di azioni del Comune, che hanno più il sapore di uno scontro
politico istituzionale, che di vero perseguimento del benessere della
cittadinanza. Perché la chiusura dell’area a caldo della Ferriera, e di
conseguenza come più volte detto di tutto il sito industriale, non può essere
un obiettivo a prescindere dalla migliorata realtà ambientale certificata dagli
organi competenti. Ambiente, salute e lavoro sono i valori sui quali come
organizzazioni sindacali ci siamo ispirati, e non solo per la Ferriera. Non
accettiamo strumentalizzazioni politico-istituzionali mascherate. Chiudere la
Ferriera significherebbe compromettere in via definitiva lo sviluppo del
territorio, che passa necessariamente attraverso l’industria. Già oggi ““ chiude
la nota dei sindacati – contiamo circa 8 mila disoccupati, ai quali non
vorremmo aggiungere anche i 600 di Servola, senza contare l’indotto».