Trieste “città turistica”, le perplessità della Filcams
La Filcams Cgil di Trieste guarda con scetticismo al riconoscimento di Trieste come “città turistica”, appena richiesto e ottenuto dal capoluogo regionale per poter derogare alle chiusure previste dalla
nuova legge del commercio. Con le parole del segretario Andrea De Luca, la categoria esprime tutte le sue perplessità su un escamotage che va a neutralizzare, sul territorio del comune, l’applicazione di una legge che è stata anche il frutto degli sforzi e delle pressioni fatte dal mondo sindacale: «Purtroppo, anche se non stupisce, la giunta Dipiazza ha inoltrato alla Regione la richiesta di assegnare alla nostra città il titolo di “località a prevalente economia turistica”, status che consentirà a Trieste di derogare alle dieci chiusure festive obbligate previste dalla norma nel corso dell’anno».
Una misura il cui rapido accoglimento da parte della Regione
non è piaciuto alla Filcams: «C’è da chiedersi perché la stessa celerità non
potrebbe essere applicata anche nella risoluzione di altre questioni come, a
puro titolo esemplificativo, nella sanità la carenza di personale medico o
quella dei collegamenti alla città nel settore dei trasporti pubblici». La Cgil contesta inoltre l’efficacia delle iper-liberalizzazioni sul piano del lavoro: «La normativa nazionale delle liberalizzazioni voluta dal governo Monti non ha prodotto come si ipotizzava l’aumento dei consumi quanto piuttosto ha contribuito al peggioramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Per questa ragione va rimarcato ancora una volta che il lavoro festivo non è obbligatorio e che i lavoratori e le lavoratrici possono negare la
propria disponibilità . È una questione di civiltà rispettare le ricorrenze di carattere laico e religioso che rappresentano valori e momenti unanimemente condivisi. Quindi manteniamo la nostra contrarietà alle liberalizzazioni degli orari commerciali».
nuova legge del commercio. Con le parole del segretario Andrea De Luca, la categoria esprime tutte le sue perplessità su un escamotage che va a neutralizzare, sul territorio del comune, l’applicazione di una legge che è stata anche il frutto degli sforzi e delle pressioni fatte dal mondo sindacale: «Purtroppo, anche se non stupisce, la giunta Dipiazza ha inoltrato alla Regione la richiesta di assegnare alla nostra città il titolo di “località a prevalente economia turistica”, status che consentirà a Trieste di derogare alle dieci chiusure festive obbligate previste dalla norma nel corso dell’anno».
Una misura il cui rapido accoglimento da parte della Regione
non è piaciuto alla Filcams: «C’è da chiedersi perché la stessa celerità non
potrebbe essere applicata anche nella risoluzione di altre questioni come, a
puro titolo esemplificativo, nella sanità la carenza di personale medico o
quella dei collegamenti alla città nel settore dei trasporti pubblici». La Cgil contesta inoltre l’efficacia delle iper-liberalizzazioni sul piano del lavoro: «La normativa nazionale delle liberalizzazioni voluta dal governo Monti non ha prodotto come si ipotizzava l’aumento dei consumi quanto piuttosto ha contribuito al peggioramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Per questa ragione va rimarcato ancora una volta che il lavoro festivo non è obbligatorio e che i lavoratori e le lavoratrici possono negare la
propria disponibilità . È una questione di civiltà rispettare le ricorrenze di carattere laico e religioso che rappresentano valori e momenti unanimemente condivisi. Quindi manteniamo la nostra contrarietà alle liberalizzazioni degli orari commerciali».