La Flai: serve un percorso per prevenire i rischi in agricoltura
Nell’apprendere la drammatica notizia dell’infortunio mortale avvenuto a Samatorza, la Flai-Cgil che segue il
comparto dell’agroindustria estende le sentite condoglianze ai familiari e
parenti del noto viticoltore Jozko Colja, che purtroppo va ad allungare una lunga e triste lista di infortuni mortali verificatosi in agricoltura,il che ci impone nel massimo rispetto per quanto verificatosi alcune brevi
riflessioni generali in merito a quanta e quale sia la strada corretta ancora da percorrere in agricoltura e più in generale in tutti i comparti lavorativi per poter garantire il più possibile la sicurezza di tutti gli operatori.
Al di la dei dati ufficiali dell’Inail riferiti al 2014-2015, che vedono tale comparto come uno di quelli a più alto rischio e che vede tale categoria non immune da fenomeni come quelli del caporalato e
dell’aumento esponenziale delle malattie professionali, riteniamo utile una realizzazione di programmi che abbiano come base la conoscenza quali-quantitativa dei rischi e dei metodi per prevenirli, garantendo la partecipazione e il coinvolgimento di tutte le istituzioni e le parti
sociali in ambito nazionale e territoriale.Il tutto deve neccessariamente andare di pari passo all’estensione universale dei diritti a tutte le forme contrattuali, in alternativa ai processi di precarizzazione in atto che fanno sì che la salute e la sicurezza sul lavoro siano subordinati alla necessità di veder garantita una propria occupazione lavorativa.
comparto dell’agroindustria estende le sentite condoglianze ai familiari e
parenti del noto viticoltore Jozko Colja, che purtroppo va ad allungare una lunga e triste lista di infortuni mortali verificatosi in agricoltura,il che ci impone nel massimo rispetto per quanto verificatosi alcune brevi
riflessioni generali in merito a quanta e quale sia la strada corretta ancora da percorrere in agricoltura e più in generale in tutti i comparti lavorativi per poter garantire il più possibile la sicurezza di tutti gli operatori.
Al di la dei dati ufficiali dell’Inail riferiti al 2014-2015, che vedono tale comparto come uno di quelli a più alto rischio e che vede tale categoria non immune da fenomeni come quelli del caporalato e
dell’aumento esponenziale delle malattie professionali, riteniamo utile una realizzazione di programmi che abbiano come base la conoscenza quali-quantitativa dei rischi e dei metodi per prevenirli, garantendo la partecipazione e il coinvolgimento di tutte le istituzioni e le parti
sociali in ambito nazionale e territoriale.Il tutto deve neccessariamente andare di pari passo all’estensione universale dei diritti a tutte le forme contrattuali, in alternativa ai processi di precarizzazione in atto che fanno sì che la salute e la sicurezza sul lavoro siano subordinati alla necessità di veder garantita una propria occupazione lavorativa.
Massimo Marega
Flai Cgil
Flai Cgil