Cgil: continua la raccolta firme per cambiare il lavoro
Dopo la mobilitazione unitaria sulle pensioni, la
Cgil è tornata in piazza, stavolta da sola, il 9 aprile. E’ scattata infatti la raccolta firme promossa a livello nazionale a
sostegno della Carta dei diritti, la proposta di legge di iniziativa
popolare elaborata dalla Cgil, che punta a riscrivere lo Statuto dei
lavoratori, per adeguarlo a una realtà profondamente cambiata rispetto
agli anni Settanta ed estendere tutele e diritti anche al vasto universo
del lavoro atipico e precario. Altri banchetti in piazza per la raccolta firme ci sono stati il 14 aprile in Largo Barriera e il 15 aprile in piazza Goldoni, poi il 22 aprile in piazza S. Antonio e il 25 aprile alla Risiera di San Sabba.
Cgil è tornata in piazza, stavolta da sola, il 9 aprile. E’ scattata infatti la raccolta firme promossa a livello nazionale a
sostegno della Carta dei diritti, la proposta di legge di iniziativa
popolare elaborata dalla Cgil, che punta a riscrivere lo Statuto dei
lavoratori, per adeguarlo a una realtà profondamente cambiata rispetto
agli anni Settanta ed estendere tutele e diritti anche al vasto universo
del lavoro atipico e precario. Altri banchetti in piazza per la raccolta firme ci sono stati il 14 aprile in Largo Barriera e il 15 aprile in piazza Goldoni, poi il 22 aprile in piazza S. Antonio e il 25 aprile alla Risiera di San Sabba.
Quattro le firme chieste
dalla Cgil: la prima per la presentazione della legge di iniziativa
popolare, le altre per ciascuno dei tre referendum abrogativi del jobs act che verranno presentati per sostenerne l’iter parlamentare. Chi vorrà firmare può farlo nelle iniziative di piazza, e a breve anche nella sede del comune di residenza, quando la Cgil avrà ultimato la distribuzione dei moduli (la data di partenza della sottoscrizione nei municipi verrà comunicata entro qualche giorno su questo sito).
In occasione della giornata di avvio della raccolta, un banchetto è stato allestito sabato mattina anche a Trieste, in piazza della Borsa, alla presenza di Stefania Crogi, segretaria generale della Flai-Cgil. Sempre in piazza Borsa si è tenuto anche un sit-in delle dipendenti Dussmann Service, l’azienda milanese titolare
dell’appalto di refezione scolastica del Comune, che ha deciso pesanti tagli degli orari e degli stipendi.
Nel corso del presidio sono state consegnate al sindaco 4.500 firme raccolte tra i genitori a sostegno della mobilitazione delle lavoratrici contro i tagli.
Quanto agli obiettivi della raccolta, la Cgil nazionale punta a oltrepassare ampiamente i paletti fissati dalla legge, che richiede 500mila firme certificate per i referendum abrogativi, da raccogliere in un periodo massimo di tre mesi, cioè entro l’inizio di luglio, e 50mila firme (entro ottobre) per l’avvio di una legge di iniziativa popolare. In Fvg si punta a superare il traguardo raggiunto nella assemblee di presentazione della “Carta”, che hanno visto la partecipazione di 17mila iscritti a livello regionale, di cui oltre duemila a Trieste.
dalla Cgil: la prima per la presentazione della legge di iniziativa
popolare, le altre per ciascuno dei tre referendum abrogativi del jobs act che verranno presentati per sostenerne l’iter parlamentare. Chi vorrà firmare può farlo nelle iniziative di piazza, e a breve anche nella sede del comune di residenza, quando la Cgil avrà ultimato la distribuzione dei moduli (la data di partenza della sottoscrizione nei municipi verrà comunicata entro qualche giorno su questo sito).
In occasione della giornata di avvio della raccolta, un banchetto è stato allestito sabato mattina anche a Trieste, in piazza della Borsa, alla presenza di Stefania Crogi, segretaria generale della Flai-Cgil. Sempre in piazza Borsa si è tenuto anche un sit-in delle dipendenti Dussmann Service, l’azienda milanese titolare
dell’appalto di refezione scolastica del Comune, che ha deciso pesanti tagli degli orari e degli stipendi.
Nel corso del presidio sono state consegnate al sindaco 4.500 firme raccolte tra i genitori a sostegno della mobilitazione delle lavoratrici contro i tagli.
Quanto agli obiettivi della raccolta, la Cgil nazionale punta a oltrepassare ampiamente i paletti fissati dalla legge, che richiede 500mila firme certificate per i referendum abrogativi, da raccogliere in un periodo massimo di tre mesi, cioè entro l’inizio di luglio, e 50mila firme (entro ottobre) per l’avvio di una legge di iniziativa popolare. In Fvg si punta a superare il traguardo raggiunto nella assemblee di presentazione della “Carta”, che hanno visto la partecipazione di 17mila iscritti a livello regionale, di cui oltre duemila a Trieste.