Approvata la Carta dei diritti dal direttivo nazionale: da aprile la raccolta delle firme
La Carta dei diritti del lavoro è stata approvata dal direttivo nazionale della Cgil e votata all’unanimità dal massimo organo della confederazione. Tra lavoratori e pensionati, a Trieste la consultazione ha coinvolto 2.156 iscritti, mentre in tutta la regione sono stati quasi 17mila i votanti (a livello nazionale 1,5 milioni).
Da Roma, il segretario regionale della Cgil Fvg Franco Belci ha commentato così: «Usciamo dalla fase di confronto interno per affrontare il mare aperto sia con la raccolta delle firme per la Carta e i referendum sul lavoro, sia con un confronto a tutto campo con le istituzioni, la politica e la società civile della nostra regione. L’andamento della consultazione è la testimonianza della voglia di partecipazione dei lavoratori e del forte radicamento della Cgil, sia a livello nazionale che in regione».
Il prossimo passaggio è quello della raccolta delle firme a sostegno della Carta, una proposta di legge di iniziativa popolare di 97 articoli che punta a riscrivere i diritti del lavoro dipendente e autonomo in un contesto profondamente cambiato, e di tre referendum abrogativi tesi alla cancellazione del lavoro accessorio (voucher), alla reintroduzione della responsabilità solidale negli appalti e della tutela reintegratoria in caso di licenziamento illegittimo.
La raccolta partirà il 9 aprile per concludersi a ottobre per la Carta, a luglio nel caso dei referendum, «che non rappresentano l’obiettivo principale della Cgil ma uno strumento per rafforzare e accelerare l’iter della proposta di legge», spiega ancora Belci, non senza sottolineare l’eccezionale rilevanza sindacale e politica della campagna, giunta a metà percorso. «La nostra ““ conclude il leader della Cgil Fvg ““ è un’iniziativa che si intreccia strettamente con il piano per il lavoro, l’accordo sulla rappresentatività e quello sulle relazioni sindacali: l’insieme di questi passaggi costituisce, infatti, un orizzonte completamente diverso da quello prospettato dal governo, un’alternativa concreta alla rassegnazione di chi considera ineluttabile un’uscita dalla crisi con la sconfitta del lavoro».
CARTA DEI DIRITTI UNIVERSALI DEL LAVORO, IL TESTO DEFINITIVO