Sincovich: Troppi posti a rischio, serve un progetto organico all’altezza dell’emergenza

(da Il Piccolo). «Non è in atto nel
territorio triestino un’iniziativa organica all’altezza dell’emergenza che si
sta vivendo. Non c’è un progetto complessivo, e serve una regia centrale.
L’avevamo detto mesi fa come Cgil, Cisl e Uil». Adriano Sincovich, segretario
provinciale della Cgil, rilancia un allarme che non accenna a placarsi. E
chiede a enti e associazioni datoriali e d’impresa quel «cambio di passo» che
sin qui è mancato e che pure era stato già  chiesto formalmente dai sindacati,
per aiutare Trieste a uscire dalla crisi. Ridando auspicabilmente fiato a
lavoro e occupazione. Le criticità  si leggono nei numeri: 1.573 contratti di
lavoro conclusi in provincia nel secondo trimestre 2013 più di quanti nello
stesso periodo non ne siano stati attivati. Oltre undicimila avviamenti al
lavoro in meno nel 2012 rispetto al 2007: 41.131 a fronte di 52.517. Ai dati si
sommano le saracinesche chiuse che si incontrano in città , le crisi aziendali
che attanagliano i

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diversi settori, i ricorsi agli ammortizzatori sociali. E
l’edilizia sempre più in affanno. Quello che attende i sindacati sarà  un
autunno caldissimo. Sincovich lo sa e richiama istituzioni, categorie e
imprenditori all’«interlocuzione, sinora molto scarsa. Cosa di cui siamo
stupiti», afferma. Le partite delicate sono tantissime. «I punti di grande
fibrillazione si hanno – analizza Sincovich – soprattutto nell’area
industriale-produttiva. C’è il caso dell’ex Diaco, dove adesso la situazione
dei dipendenti è stata messa in sicurezza con i contratti di solidarietà  ma il
punto chiave è l’impianto produttivo, il problema sta cioè sul fronte
imprenditoriale». Nel senso che la Sm Farmaceutici deve adeguarsi alle
disposizioni dell’Aifa. «Vi è inoltre una trattativa in corso per cessione di
ramo d’azienda della Harpo Sandtex – prosegue il sindacalista Cgil -, che
produce pitture e rivestimenti, e occupa oltre 50 lavoratori. Il rischio è che
vi siano alcune decine di esuberi per tentare di evitare il collasso. C’è il
fallimento della “F. Gurian” e i posti di lavoro al momento persi, su cui si
sta operando per provare a scongiurare il tracollo». Ci sono poi le imprese
artigiane che vivono un quadro di criticità  finanziaria legato alle difficoltà 
di accesso al credito. E ancora la Tirso, nel settore del tessile: «Sui 200
dipendenti, circa una decina – spiega Sincovich – sono in cassa integrazione
per tamponare la situazione. Il gruppo di cui fa parte (Fil Man Made, ndr) ha
uno stabilimento in chiusura nel Pordenonese ed essendo un’industria
“energivora”, risulta fondamentale il costo dell’energia. Qui a Trieste si può
fare un ragionamento su questo aspetto? Si tratta di un problema strategico
generale». L’elenco, purtroppo, continua: «Alla cartiera Burgo di Duino i
contratti di solidarietà  proseguiranno sino a dicembre, con sullo sfondo 60
esuberi circa già  sostanzialmente definiti. Siamo in trattativa con l’azienda.
Peraltro – osserva il segretario Cgil -, è già  stato chiesto alla giunta
regionale un intervento sulla strumentazione per il mercato del lavoro in
crisi: possibile non si riesca a fare un ulteriore sforzo?». E mentre la
Ferriera e i suoi lavoratori attendono l’evoluzione della trattativa con
Arvedi, da cui entro la prima metà  di settembre i sindacati aspettano novità 
concrete, sul fronte Sertubi si vive «in un limbo totale, in stand-by, con
prospettive nebulose», spiega Sincovich. Preoccupazione anche per il terziario
(«dove si andranno a ridiscutere trattamenti economici e organici») e per gli
effetti della spending review sugli appalti negli enti pubblici. «Serve un
cambio di passo – ribadisce l’esponente Cgil -. Altrimenti saremo costretti a
fare le nostre valutazioni, costruendo iniziative che sblocchino questa
situazione generale».
Altro tema che Adriano
Sincovich pone alle istituzioni è quello delle «cadute di reddito dei
lavoratori interessati da processi di crisi, con mobilità , cassa integrazione e
contratti di solidarietà ». «Queste persone continuano a pagare le tasse. Imu,
Tares e addizionale Irpef – osserva Sincovich -. Ma proprio per le cadute di
reddito, ci sarà  qualche problema. Se pensiamo che già  è difficile, in
situazioni come queste, riuscire a pagare le bollette». Una questione che
dunque il sindacato vuole affrontare ai tavoli con gli enti in maniera molto
decisa. Così come un altro aspetto, nell’ambito della definizione di
quell’auspicata strategia generale da opporre alla crisi strutturale: «Che
professionisti servono? Dobbiamo chiedercelo – conclude Sincovich -, in base a
richieste e figure professionali che mancano».