Femminicidio, un allarme sociale che richiede la mobilitazione di tutti

Il femminicidio dell’altro giorno nella nostra regione rappresenta l’ennesimo
episodio di quello che sta diventando un vero e proprio allarme sociale che
chiama in causa coscienze, culture e natura delle relazioni tra uomo e donna.
Si tratta della tragica punta di un iceberg costituito dalle violenze che si
consumano 

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quotidianamente tra le mura domestiche e che costituiscono il 70% di
quelle che colpiscono ogni anno le donne. Proprio per questo Cgil, Cisl, Uil
hanno posto il tema al centro delle manifestazioni del Primo Maggio.
Non è più sufficiente la denuncia. Non sono più sufficienti le parole di
condanna. Non basta la riflessione. Occorre intervenire nel profondo della
società . Le Organizzazioni che rappresentiamo lo faranno con sempre maggior
determinazione nel mondo del lavoro. Ma non può essere nascosto che questi
tragici episodi trovano terreno di coltura in una concezione della donna troppo
diffusa che la considera soprattutto come oggetto di possesso e di piacere, non
come soggetto col quale stabilire relazioni complesse nel rispetto della diversità 
di genere. Quando la donna mette in discussione queste due condizioni e
rivendica la propria autonomia fa spesso scattare la molla della sopraffazione
e della violenza.
È questa concezione che va fatta emergere e va respinta perché l’uguaglianza
delle donne e degli uomini diventi reale. Ed occorre cominciare, con umiltà  e
fermezza, a riscrivere grammatica e sintassi delle relazioni di genere. Un
compito che ci assumiamo da parte nostra ma che deve essere condiviso dalla
vasta rete dell’associazionismo e del volontariato e assunto concretamente
dalle istituzioni e dalla politica.
In questa prospettiva un ruolo fondamentale va affidato al sistema scolastico e
formativo, che deve far crescere una coscienza civica condivisa per costruire
una società  in cui nessuna debba più pentirsi di essere nata donna, ma sia al
contrario fiera di essere uguale e diversa dagli uomini.

Franco
Belci, Giovanni Fania, Giacinto Menis,
segretari generali Cgil-Cisl-Uil Fvg