La Flai Cgil: “Preoccupati per l’intera crisi dell’alimentare”

(da Il Piccolo) Con l’obiettivo di evitare il fallimento la Salumi Masè spa ha
presentato il 24 dicembre la richiesta di concordato preventivo. Sono stati
concessi 60 giorni di tempo per presentare una proposta complessiva che
spetterà  al giudice fallimentare vagliare: piano di ristrutturazione e
soddisfacimento dei creditori. Documenti da produrre entro il 25 febbraio,
prima scadenza per l’iter finalizzato – precisa il presidente e amministratore
delegato della spa Andrea Masè – «a creare continuità  per l’azienda, mantenendo
legati il settore produttivo e commerciale», 

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ossia lo stabilimento di San
Dorligo della Valle e i punti vendita (15 in provincia). Dopo il caso Duke, la
crisi picchia forte su Masè.
Lo scorso agosto l’azienda aveva firmato la cassa
integrazione in deroga per otto persone e per tre mesi. Ma il 15 novembre
l’incontro tenuto alla Direzione regionale del lavoro ha dato via libera alla
richiesta di cassa straordinaria per un massimo di 13 lavoratori sui 79 che ne
hanno diritto. Già  allora era stata messa a verbale «un’oggettiva difficoltà 
economica»: esercizi 2010 e 2011 chiusi in perdita, uguale previsione per il
2012; difficoltà  di accesso al credito bancario; aumento del costo delle
materie prime nell’ambito di una congiuntura difficile. E ancora, criticità 
legate a produzione e vendita delle carni; e uno smercio nei punti vendita che
Masè a fine agosto aveva quantificato in calo del «5-10%». «L’azienda –
aggiunge ora l’ad della società  – ha fatto grossi investimenti nel 2007 e 2008:
proprio alla vigilia della crisi finanziaria e dei consumi».
Da qui la
situazione pesante. «A oggi – aggiunge Masè – la strada maestra è quella
dell’ingresso di un partner» già  individuato «nella compagine societaria».
L’iter è in evoluzione, va da sé: tanto che nell’incontro coi sindacati tenuto
l’altro ieri si è profilata l’opportunità  di chiedere la “cassa” straordinaria
per tutti i dipendenti. Infatti «è previsto l’ingresso di soggetti nuovi –
conferma Matteo Montesano, commercialista tra i professionisti che stanno
seguendo l’operazione – se poi si dovrà  passare per l’affitto di ramo d’azienda
o per altri strumenti, resta da vedere. L’obiettivo è garantire continuità  e
scongiurare la chiusura». La cigs per tutti viene salutata con favore dai
sindacati, in quanto “ombrello” sociale se nell’operazione non tutti i
dipendenti dovessero mantenere il posto di lavoro. 
«L’aspetto più delicato – interviene Elio
Gurnter, segretario provinciale Flai-Cgil – è che pare profilarsi una soluzione
per la parte commerciale, ma quanto al settore produttivo finora non ci è stato
detto nulla di soddisfacente. Sono estremamente preoccupato per l’intera crisi
dell’alimentare, nel caso Masè poi se c’è un acquirente arriverà  il momento in
cui a ogni singolo lavoratore verranno poste delle condizioni su mensilità 
pregresse, anzianità  e così via che dovrà  o meno accettare in solitudine. Un
dilemma drammatico. Va dato atto però, a differenza di quanto accaduto con
Duke, di essere qui davanti a un imprenditore che ha la volontà , apprezzata, di
essere presente».