Manovra senza equità , lunedì 12 sciopero generale

«C’è un clamoroso scarto tra gli obiettivi dichiarati del nuovo Governo e le scelte concrete con cui vengono perseguiti, perché esiste un’evidente squilibrio tra le misure per il risanamento e quelle che avrebbero dovuto garantire più equità , una maggiore sostenibilità  sociale della manovra e l’indispensabile sostegno alla crescita». Il segretario regionale della Cgil Franco Belci commenta così le novità  previste dalla manovra presentata ieri dal Governo, contro la quale Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero di tre ore per lunedì 12 dicembre, con manifestazioni in
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tutte le province: quella di Trieste si terrà  in piazza unità , davanti alla Prefettura, dalle 10.30 alle 13.30.
L’astensione dal lavoro sarà  di 8 ore nell’edilizia e per i metalmeccanici Fiom. Trasporto pubblico locale e ferrovie si fermano tra il 15 e il 16, il pubblico impiego e la scuola lunedì 19. Non scioperano i lavoratori del trasporto pubblico e aereo (vedi lo schema).
Il sindacato rivendica profonde modifiche alla manovra, prima che il testo definitivo della manovra venga varato e successivamente, in sede di dibattito parlamentare. «L’obiettivo del risanamento ““ prosegue Belci ““ può e deve essere perseguito con strumenti diversi. C’è infatti poco coraggio sul fronte dell’evasione fiscale, come dimostra l’elevato tetto di 1.000 euro stabilito per le operazioni in contante, contro i 500 preventivati, e una distribuzione del carico fiscale che continua a penalizzare i redditi più bassi, colpiti dall’aggravio dell’addizionale regionale e da un’impostazione generale, dalle aliquote Irpef all’Ici, che non colpisce come si sarebbe dovuto i patrimoni e le grandi ricchezze».
Ma le novità  più pesanti sono quelle sulla previdenza: «Che colpiscono duramente ““ spiega il segretario ““ sia i pensionati di oggi che quelli di domani». Sotto accusa l’innalzamento a 41 anni della soglia contributiva per i trattamenti di anzianità , i nuovi tetti per le pensioni di vecchiaia e la mancata indicizzazione delle pensioni al costo della vita, che determineranno un’ulteriore perdita di potere d’acquisto per vaste fasce di pensionati anche in regione: «Quella di limitare gli scatti Istat agli assegni sotto i 936 euro è una scelta controproducente, oltre che iniqua, perché determinerà  un’ulteriore caduta dei consumi, aggravando ulteriormente le prospettive di ripresa».