Ferriera, sindacati sul piede di guerra
(da Il Piccolo) Pronti ad alzare il livello della protesta se, entro la settimana, non arriveranno notizie positive «sia sul fronte della situazione finanziaria del gruppo Lucchini, sia per quanto concerne gli impegni delle istituzioni per il futuro di Trieste, che ha sofferto la perdita di 7mila posti di lavoro negli ultimi tre anni». Toni duri ieri davanti alla Ferriera, nella conferenza stampa indetta da Fim, Fiom, Uilm e Rsu, subito dopo l’assemblea svoltasi all’interno. «Abbiamo discusso ““ ha spiegato Franco Palman, delle Rsu e della segreteria Uilm ““ sulla necessità , entro venerdì, di una soluzione per la crisi del gruppo Lucchini e sull’assoluto bisogno dell’intera area triestina di un rilancio industriale. Il settore oggi a Trieste rappresenta solo l’11 per cento del pil locale ““ ha precisato ““ mentre è indispensabile arrivare al 20 per un equilibrio fra i diversi comparti». I rappresentanti sindacali si sono dichiarati «molto preoccupati, anche perché il 2015 resta il
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momento della chiusura e a tutt’oggi non si vede un piano di riconversione». Proprio per richiamare l’attenzione sulla crisi finanziaria della Lucchini, in tutti gli stabilimenti del gruppo ieri è stato effettuato uno sciopero nelle ultime due ore di ogni turno. Venerdì scade infatti il termine che l’azienda ha fissato per chiudere la complessa trattativa con le banche creditrici, la maggior parte delle quali è sostanzialmente favorevole al piano finanziario delineato per il riassetto. All’assemblea di ieri alla Ferriera hanno preso anche l’assessore regionale Federica Seganti e quello comunale Fabio Omero, che si sono impegnati a cercare «valide soluzioni alternative». Per la Provincia l’assessore Adele Pino ha inviato una nota in cui si legge che «sarà convocata una riunione per riavviare un percorso che tenga conto del futuro dei dipendenti e della salute dei cittadini». «Vogliamo subito un tavolo di discussione con la Regione ““ hanno sottolineato Palman, Antonino Pantuso e Tiziano Scozzi della Fiom, Umberto Salvaneschi della Fim e Luigi Pastore degli autonomi della Fails ““ e che il Comune predisponga un piano per la città , di cui la Ferriera dovrebbe essere il volano». «Non avremo paura di scardinare le porte della Regione ““ ha sostenuto Palman ““ se non arriveranno risposte concrete, perché sono a rischio altri mille posti di lavoro. Non ci basta lo spot della Seganti ““ ha incalzato ““ ma pretendiamo l’impegno del ministero sull’occupazione. Oggi mancano ipotesi sull’insediamento di nuove aziende». Nell’incontro con i rappresentanti sindacali si è parlato anche dei rischi che una crisi dell’impianto servolano determinerebbe alla Sertubi, «legata a Servola da stretti rapporti produttivi». Salvaneschi ha affermato che «c’è un forte allarme, anche perché non c’è più tempo per la riconversione dello stabilimento. L’azienda ““ ha proseguito – si è furbescamente inserita nel palleggio di responsabilità fra istituzioni, rinunciando a discutere di cose concrete. Prova ne sia che la legge speciale per la Ferriera è ancora chiusa nel cassetto». (Ugo Salvini)