Sciopero generale, in 4.000 al corteo di Trieste

Piazze affollatissime in tutta la regione, dai 4mila manifestanti di Trieste a Udine, da Pordenone a Monfalcone,  e molte grandi fabbriche ferme, con punte di astensioni dal lavoro del 90-95% alla Fincantieri, alla Detroit e all’Ansaldo di Monfalcone, alla Casagrande e alla Safop nel pordenonese. Adesioni molto elevate anche
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alla Ferriera di Servola (60%), alla Electrolux di Porcia (60%), all’Automotive Lighting di Tolmezzo (60%) alla Luvata di Amaro (85%), alla Imat Marcegaglia di Fontanafredda (75%), alla Farid di Fiume Veneto (80%)
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«La partecipazione allo sciopero generale di oggi ““ secondo il segretario regionale della Cgil Franco Belci ““ dimostra quanto siano sentiti, anche in Friuli Venezia Giulia, i temi che la Cgil ha messo al centro di questa giornata, per chiedere una svolta nelle politiche del Governo. Sul lavoro, sul fisco, sulla sanità , sulla scuola pubblica, sulle grandi infrastrutture, su quella famiglia sostenuta a parole, ma bastonata nei fatti dal crollo dei redditi e dai tagli al welfare». Tra i temi, oltre all’emergenza occupazione ““ oltre 15mila i posti persi dall’inizio della crisi, con una cassa integrazione che resta su livelli solo leggermente inferiori rispetto al 2010 ““ e al precariato, anche quello del lavoro festivo, rispetto al quale la Cgil Fvg ribadisce il suo no alla deregulation: «Siamo e resteremo sempre contrari ““ commenta Belci ““ a un modello che sostituisce i valori coi consumi».

Cambiare l’agenda del Governo: questo l’obiettivo dello sciopero, che la Cgil rilancia anche su scala regionale, denunciando l’inerzia della Giunta Tondo di fronte a una crisi che non ha ancora allentato la sua morsa. «Il vuoto sulle politiche industriali ““ denuncia Belci, che ha concluso la manifestazione di Udine dal palco di piazza Venerio ““ fa il paio con la clamorosa assenza di un indirizzo strategico sul sistema delle finanziarie pubbliche, con Friulia inceppata sulle nomine e Mediocredito nel mirino di Bankitalia e Finanza. Quello stesso Mediocredito che Tondo, fino all’inizio dello scorso anno, pensava di privatizzare, mentre adesso si prospetta una pesante ricapitalizzazione».

L’attacco alla Giunta non si ferma qui. Belci punta il dito anche contro il «nulla di fatto» sul superporto: «Tondo ha spacciato come uno straordinario successo il fatto che, dopo l’incontro dell’altro giorno col Governo, pare che l’intesa si faccia tra tre mesi, quando la firma era stata annunciata più volte, tra gli altri anche da Frattini, per la prima settimana di maggio». Sotto accusa anche gli assessori al lavoro Angela Brandi, «da lei solo qualche dato e nessuna iniziativa politica», alla Salute Vladimir Kosic, «non a caso contestato da tutti, buoni ultimi i medici di famiglia e le università », al personale Garlatti, «che sta rinviando al dopo elezioni la trattativa sul comparto unico, d’accordo con i rappresentanti di Anci, Upi e Uncem e in pieno spregio dei risultati della consultazione».

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