In ricordo di Iole Burlo

Pubblichiamo il discorso che Adriano Sincovich ha tenuto in memoria di Iole Burlo:

Mi accingo a tratteggiare questo breve, e comunque sempre insufficiente, ricordo di Iole con la mestizia dell’occasione ma anche con l’orgoglio di aver conosciuto, tra i molti, una persona dalle caratteristiche umane straordinarie.
Iolanda, Iole Russo nacque a Gorizia nel 1924 da famiglia di modeste condizioni; già  da giovanissima rivela una spiccata personalità , abbracciando molto presto idee antifasciste che circolavano nelle famiglia di origine; si avvicina al Partito Comunista durante la guerra.
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Si sposa giovanissima con Bruno Deferri e a 18 anni mette al mondo Renzo. Alla fine del conflitto Iole è consapevole del nuovo protagonismo politico che le donne si sono conquistate con la partecipazione alla lotta di liberazione e l’avvento di un regime democratico. La spinta a difendere i più deboli dai soprusi, un’innata propensione al riscatto sociale è cresciuto in lei e non la lascerà  mai. Coglie tutte le occasioni che la politica le offre per formarsi e anche per misurarsi con se stessa.
Nel 1947 frequenta la Scuola di Partito per poi diventare, grado dopo grado, dirigente dello stesso. Nei primi anni ’50 entra nel Comitato Federale di Trieste e nel 1966 viene eletta in Consiglio Comune di Trieste, per la lista del PCI, dove vi ritornerà  con più mandati per 17 anni dal 1966 al 1978 e dal 1983 al 1988.
La sua passione politica trova esperienza primaria nella battaglia per l’emancipazione delle donne ed è così che diventa dapprima Segretaria dell’Unione Democratica Donne dal 1950 al 1954 e poi nell’UDI  fino al 1972. Un impegno, quello per i diritti e l’uguaglianza delle casalinghe e delle lavoratrici, per la libertà  civile di tutte le donne che la vedrà  in prima linea anche quando ciò significherà  entrare in conflitto con il suo partito.
La storia di Iole è la storia di una battaglia di emancipazione, forse anche personale, iniziata tra le rovine, la fame, la miseria del dopoguerra e che la vede scendere in piazza con tante altre donne per chiedere pace, lavoro, un futuro migliore per figli e compagni. E’ un fare politico tutto al femminile che sa misurarsi con i problemi quotidiani di donne e bambini e la concretezza del vivere nel caseggiato e nel rione. Nel 1949, già  separata, aveva trovato in Pino Burlo, prestigioso dirigente sindacale dei metalmeccanici, l’amore e il compagno di una vita e dalla cui unione nasceranno Roberto e Maurizio. Non è da stupirsi che vita privata e vita pubblica si intreccino fortemente in quanto la battaglia per un futuro migliore e gli ideali del socialismo è vissuto in maniera piena se non totalizzante.
Gli anni di direzione del movimento femminile e di presenza nel Consiglio Comunale l’aveva molto avvicinata ai gravi problemi che molte famiglie triestine vivevano sul fronte del diritto ad una casa dignitosa. La sua passione e capacità  politica la porta pertanto prima nella Direzione dell’Associazione unitaria per il diritto alla casa e poi a diventare una straordinaria Segretaria del nuovo SUNIA dal 1973 al 1982. Sono anni di battaglie sociali straordinarie che vedono in Iole il primo animatore: innumerevoli episodi di difesa della famiglie sfrattate, di manifestazioni di piazza, di occupazioni restano scolpite nella memoria della città , sia perché caratterizzate da una forte partecipazione popolare che per importanti risultati sociali attuati. Iole in questi anni è primaria protagonista nella definizione della prima legge regionale sull’edilizia popolare del 1975, della battaglia sulla Legge nazionale dell’Equo Canone del 1979 e contro gli sfratti alloggiativi, nonché di importanti esperimenti di contrattazione sociale che fanno di Trieste uno dei riferimenti nazionali della battaglia per il diritto alla casa.
In questi anni Iole diventa personaggio pubblico di primo piano, amato dalla gente a cui lei è in grado sempre di rispondere con efficacia e tempestività . Rispettata dalle controparti padronali e dalla politica anche di segno avverso. La fermezza delle convinzioni politiche, la sua militanza nel PCI e nel sindacato sarà  sempre arricchita da questa fortissima spinta alla giustizia, dalla capacità  di rispondere concretamente alle esigenze che le persone più umili potevano rappresentare. E’ significativa la sua collaborazione con l’AIAS (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici).
E con questo bagaglio che Iole nel 1988 passa alla direzione dello SPI di cui diventerà  Segretario provinciale fino al 1997, riproponendo anche in questo contesto una forte spinta ideale quale condizione necessaria per sviluppare le battaglie sociali e le risposte concrete ai bisogni.
La cessazione dell’incarico coincide, purtroppo, con al malattia invalidante che la segnerà  per l’ultima parte della sua vita. Sono sicuro che lei ha affrontato questa battaglia con la stessa grinta che ha caratterizzato la sua vita pubblica.
Ho conosciuto Iole nel 1980 da giovane studente ““ lavoratore con un problema di casa popolare. Mi trovai di fronte una donna dall’atteggiamento severo e molto autorevole, tipico di molti dirigenti comunisti dello scorso secolo che, tuttavia, si stemperò immediatamente in un’attenzione umana ai problemi che rappresentavo. E’ un esempio di saggezza popolare, umanità , rigore dell’analisi politica e leggerezza del vivere comune: chi di noi può dimenticare l’irrompere nelle riunioni dei suoi strucoli offerti generosamente.
La CGIL e il SUNIA sono orgogliose di averla avuta come dirigente e la indica come esempio dello spirito di sacrificio che bisogna mettere nella infinita battaglia per l’emancipazione sociale.
Dobbiamo essere fieri di averla conosciuta, devono essere fieri i figli e parenti.
Ciao Iole