Sincovich e Kneipp: “Un futuro incerto per il nostro porto”
La recente acquisizione del 60% della Trieste Terminal Passeggeri da parte della cordata composta da Unicredit, Costa crociere, Giuliana Bunkeraggi e Reguardia, al valore di 4,2 milioni, ci porta a fare alcune considerazioni.
La società TTP, costituita dall’Autorità Portuale di Trieste, è di notevole valore economico e ha delle potenzialità rilevanti di sviluppo per un futuro non lontano. Valore dovuto dalle tre stazioni marittime, due delle quali invidiate per la loro relazione diretta con il centro della città , gestite dalla Società in questione. Oltre alle aree di sosta e ai servizi circostanti. Un valore, peraltro, giustificato solo se tutti crediamo a una visione d’insieme dell’economia cittadina e ci adoperiamo per favorirne un forte sviluppo.
La gara ha dato ragione all’Autorità Portuale, a giudicare dall’esito. Le esternazioni del presidente Boniciolli, a seguito dell’aggiudicazione della gara, per il valore citato, rappresentano, a nostro avviso, un macigno lanciato nello stagno della nostra povera politica locale. Senza voler entrare nei particolari della vicenda, crediamo che quanto denunciato dal presidente dell’Autorità Portuale, circa le influenze, i comportamenti messi in atto e le dichiarazioni rilasciate in precedenza e sotto gara dai personaggi citati dal medesimo, si prestano ad almeno due letture: un tentativo di favorire interessi privati a fronte di un’azione intrapresa dall’Autorità Portuale; la scarsa considerazione e comprensione politica del valore e delle potenzialità del bene pubblico oggetto della gara in questione.
In entrambi i casi siamo in presenza di comportamenti non condivisibili e gravi, se confermati tali. Ci preoccupa inoltre l’afasia del dibattito politico sulle gravi questioni poste dal Presidente Boniciolli nel tentativo, forse, di relegare il tutto nel naturale oblio delle notizie giornalistiche o peggio ancora nel contenzioso privatistico tra Boniciolli e le persone, politicamente e istituzionalmente rilevanti, chiamate in causa.
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Il presidente dell’Autorità Portuale è alla scadenza del suo mandato e pertanto va giudicato il suo operato per tutti i quattro anni trascorsi. Il nostro giudizio è nel complesso positivo in quanto vanno riconosciuti alcuni risultati quali il forte risanamento del bilancio, che ha garantito in qualche caso la surroga all’assenza di finanziamento dello Stato; la definizione del nuovo Piano Regolatore Generale del porto, dopo oltre cinquanta anni, con una buona intesa istituzionale con il Comune di Trieste; l’aggiudicazione degli interventi di riuso del Porto Vecchio; l’attuazione della legge con la costituzione delle società per le attività di interesse generale.
Tutto ciò è avvenuto in un contesto di una città rissosa, divisa, in cui spesso tra le molte istituzioni locali prevale l’antagonismo alla cooperazione. Va inoltre ricordato che le progettazioni verso il futuro da parte dell’Autorità Portuale hanno convissuto con la incredibile telenovela del finanziamento della piattaforma logistica da parte del Governo nazionale, che nonostante i ripetuti annunci di vari esponenti del centrodestra, ancora oggi non si sono realizzati.
E’ chiaro che se si dovesse confermare che i finanziamenti saranno erogati in presenza del nuovo presidente dell’Autorità Portuale, individuato dallo stesso Governo, si confermerà un malcostume politico che guarda prima agli interessi di bottega che al bene della collettività . Di fronte a questi fatti assisteremo nei prossimi giorni al probabile ritorno della dottoressa Monassi al ruolo di presidente dell’Autorità Portuale.Se le logiche sono sempre le stesse, va detto che il contesto è cambiato (la crisi) e che il nuovo presidente avrà come paragone il lavoro fatto dall’attuale.
La CGIL, che ha memoria, a differenza di altri, valuterà con grande attenzione i fatti e le situazioni del Porto perché qui sta una parte del futuro della città .
Il Segretario Generale Il Segretario Generale
NCCdL CGIL di Trieste FILT CGIL di Trieste
Adriano Sincovich Renato Kneipp