Sciopero generale, diecimila in corteo a Trieste
Molte aziende ferme, diecimila persone in corteo a Trieste, con una folta rappresentanza, oltre che di lavoratori e pensionati, anche di rappresentanti delle istituzioni e degli enti locali. Questo il bilancio, in regione, dello sciopero generale proclamato dalla Cgil contro la manovra del Governo. I primi dati raccolti dalla Cgil sulle adesioni riguardano Fincantieri e Ansaldo di Monfalcone, Orion e Wartsila di Trieste, Safop, Casagrande, Cimolai e Ideal Standard di Pordenone, con percentuali di astensione comprese tra l’80 e il 100%. Nel pubblico impiego adesioni del 50% al Comune di Trieste, dove sono rimasti chiusi tutti gli asili nido e la metà delle materne.
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«Una partecipazione che è andata oltre ogni aspettativa», dichiara il segretario regionale Franco Belci, «segno che la nostra battaglia in difesa dei diritti e delle dignità del lavoro è largamente condivisa nel mondo del lavoro e nella società civile». Dal palco di piazza Unità , Belci ha nuovamente attaccato il presidente della Regione Renzo Tondo per l’atteggiamento assunto nei confronti del Governo: «È l’unico governatore ““ ha dichiarato il segretario ““ a non aver preso posizione contro la manovra. Non si sta comportando da amministratore, ma da uomo di partito».
La manovra, secondo Belci, avrà conseguenze pesantissime sulla spesa sociale dei Comuni, sul sistema dei trasporti pubblici, sulla scuola. Effetti che si sommano al blocco dei contratti e delle assunzioni nel pubblico impiego: «Una manovra a senso unico ““ ha detto il segretario ““ che colpisce lavoratori e pensionati, senza toccare i grandi patrimoni e le rendite finanziarie. Il tutto nell’ambito di un disegno complessivo che, come dimostra la vicenda di Pomigliano, mira a scardinare garanzie fondamentali per i lavoratori come l’articolo 41 della Costituzione sul ruolo sociale dell’impresa o altri principi fondamentali come il diritto di sciopero».
Forte preoccupazione sui contenuti della manovra è stata espressa anche dal sindaco di Udine Furio Honsell, che è intervenuto al comizio conclusivo assieme alla collega di San Dorligo Fulvia Premolin. «I Comuni ““ ha dichiarato Honsell ““ resteranno senza armi, e quello di difendere gli stati più deboli della società sarà un compito sempre più arduo». Sul palco anche l’ispettrice di polizia Laura Cont, della squadra mobile di Udine, e il presidente regionale della Fnsi Carlo Muscatello, per denunciare gli «effetti devastanti» che il disegno di legge sulle intercettazioni avrà sulle attività d’indagine e sulla libertà di stampa.