No al welfare dell’esclusione, sindacati in piazza a Trieste il 27 ottobre

«La legge approvata il 1° ottobre dal Consiglio regionale è una bruttissima pagina per il Friuli Venezia Giulia: una legge approvata solo per escludere gli immigrati nell´accesso al welfare e che per farlo non esita a penalizzare anche i cittadini italiani provenienti da altre regioni». Cgil, Cisl e Uil dichiarano battaglia alla nuova legge. Un´iniziativa che si svolgerà  su due fronti: quello giuridico, valutando l´impugnabilità  davanti alla Corte Costituzionale, e quello politico, con una manifestazione in programma nel pomeriggio del 27 ottobre a Trieste, davanti al Consiglio regionale. «L´apporto degli immigrati – dichiara Franco Belci, segretario regionale della Cgil – corrisponde al 10% del Pil regionale e il loro contributo a
air max bw pas cher
,
sac longchamp
,
air max bw pas cher
,
air max tn pas cher
,
longchamp pliage pas cher 
l gettito fiscale ammonta a 100 milioni, 60 dei quali restano in regione. È profondamente sbagliato negare a queste persone servizi che sono finanziati anche attraverso le loro tasse. Ed è paradossale che la prima legge approvata da questa maggioranza in materia di welfare sia stata concepita con l´unico intento di negare diritti agli immigrati, cedendo al ricatto della Lega». Durissimi anche i segretari di Cisl e Uil Giovanni Fania e Luca Visentini. «Questa è una legge odiosa – dichiara Fania – perché discrimina anche categorie deboli come anziani e bambini. Assurdo poi che si invochino obiettivi di razionalizzazione della spesa: sui diritti e sui valori di civiltà  non c´è alcuno scambio possibile». Visentini, da parte sua, mette sotto accusa l´ inerzia della Giunta e l´assenza di confronto col sindacato in materia di sanità  e assistenza welfare: «Quella approvata due settimane fa – dichiara – è tutto fuorché una riforma: invece di affrontare le grandi priorità , come il riordino della rete ospedaliera e il potenziamento dei servizi territoriali, questa legge interviene per discriminare gli immigrati. E che rischia di innescare l´ennesima questione di legittimità  davanti alla Corte Costituzionale».